Settimana mondiale dell'acqua. Da Silva: bene da salvaguardare per tutti
"Acqua e sicurezza alimentare": è il tema della 22.ma Settimana mondiale dell'Acqua,
in corso a Stoccolma. 2500 politici, esperti e delegati di 200 organizzazioni non
governative, da oltre 100 Paesi, sono riuniti nella capitale svedese per fare il punto
sulle risorse idriche e prepararsi a gestire la scarsità crescente di acqua. Il servizio
di Roberta Gisotti:
Non esiste sicurezza
alimentare senza sicurezza delle risorse idriche, ha sottolineato in apertura della
settimana il direttore generale della Fao, José Graziano Da Silva, ammonendo che scarsezza
di acqua ed inquinamento stanno mettendo a rischio in tutto il mondo interi sistemi
produttivi. Del resto, l’agricoltura rappresenta il 70 per cento di tutto il consumo
d’acqua nell’intero pianeta. Come intervenire? Lo chiediamo a Pasquale Steduto,
vicedirettore della divisione "Acque e terra" della Fao, presente a Stoccolma:
R.
– Per poter intervenire c’è bisogno, da un lato, di migliorare la produttività a livello
delle aziende agricole, quindi di un’agricoltura che adotti delle misure sia tecnologiche
sia di conoscenza più avanzata in maniera che possa aumentare la propria produttività
con lo stesso consumo idrico. Dall’altro lato, c’è bisogno anche di ridurre gli sprechi.
Lungo la catena alimentare purtroppo c’è una grande percentuale di perdite e di sprechi
dei prodotti alimentari. Si parla all’incirca di un 30, 40 per cento della produzione
aziendale e ci sono sprechi anche a livello di individui, una volta comprato dal supermercato.
D.
– Come viene procedendo il dibattito a Stoccolma su queste tematiche e che possibilità
ci sono che abbiano seguito le decisioni prese a Stoccolma?
R. – Durante tutta
la settimana sono stati toccati un po’ tutti questi punti fondamentali. Proprio ieri
è stato lanciato anche un video. Si sta puntando molto alla sensibilizzazione degli
individui, quindi con programmi anche delle scuole, programmi di pubblicità, che possano
portare a una maggiore consapevolezza da parte di tutti i cittadini su come valorizzare
meglio sia il cibo sia la risorsa idrica. Ci sono chiaramente anche dibattiti a carattere
politico che vanno a rivedere la cosiddetta "governance", cioè gli assetti istituzionali
che possano permettere di promuovere più celermente l’adozione di certe misure, di
incentivi che permettano agli agricoltori di utilizzare queste pratiche migliorative
di maggiore produttività della risorsa idrica. Ognuno dei vari rappresentanti sia
di agenzia che dei Paesi sta portando a casa un "pacchetto" di iniziative che si tratta
solo di mettere in pratica. Però, il momento più importante è quando si ritornerà.
D.
– Si è parlato o si parlerà a Stoccolma anche della controversa questione della privatizzazione
dell’acqua?
R. – No, qui non se ne parlerà specificatamente ma sulla privatizzazione
in generale ci sono diverse vie e diverse opinioni. Rimane che l’acqua è considerata
sempre un bene pubblico e che deve avere una gestione di carattere condivisa dalla
società e dove la privatizzazione può entrare soltanto entro i limiti delle utilities,
delle compagnie, che in qualche modo possano provvedere ai servizi. Ma nelle decisioni
sulla allocazione, sulla gestione, sulle modalità della tariffazione, deve rimanere
pubblico.