Elezioni in Angola: la Chiesa condanna l'astensione ed invia suoi osservatori
Ci saranno anche osservatori della Chiesa cattolica a garantire il corretto svolgimento
delle elezioni generali del 31 agosto in Angola. Il team di osservatori è coordinato
da P. Belmiro Tchissengueti, segretario esecutivo della Commissione “Giustizia e Pace”.
Le elezioni legislative sono indirettamente anche presidenziali, perché secondo la
nuova Costituzione il capo del partito vincitore alle elezioni parlamentari diventa
Presidente della Repubblica. In un messaggio, giunto all’agenzia Fides, i vescovi
angolani invitano la popolazione a recarsi a votare. “L'elezione dei governanti effettuata
liberamente dai cittadini è il vero pilastro della democrazia. Invece ogni governo
che si insedia con la forza o per successione ereditaria solo con ironia potrebbe
essere chiamato democratico” afferma il messaggio. “Pertanto, in una democrazia, il
titolare reale del potere è il popolo che, attraverso le elezioni, delega il potere
ai funzionari eletti. Ne consegue - proseguono i vescovi - che le elezioni sono un
diritto del popolo, un diritto che non può essere usurpato in nessun caso. Un diritto
civico che è pure un dovere, se la mancanza del suo esercizio porta all’elezione di
un candidato inetto. In questo caso, l'astensione è una vera e propria colpa non solo
civile, ma anche anti-patriottica. Pertanto nessun cittadino può restare indifferente
alle elezioni”. I vescovi indicano alcuni criteri generali per orientare gli elettori
nella scelta dei partiti e dei candidati da votare, in particolare considerando il
loro programma. Tra i temi più importanti sono indicati: povertà, aumento del divario
tra ricchi e poveri, disuguaglianza nelle opportunità, disparità regionali, difesa
della vita fin dal concepimento, protezione della famiglia, recupero dei valori etici
e spirituali. Da valutare inoltre la competenza dei candidati in grado di metterlo
in pratica. Solo dieci fa - riporta l'agenzia Misna - l’Angola è uscita da una lunga
e devastante guerra civile. Da allora la vita politica è dominata dall’Mpla, che nel
2008 ha ottenuto l’81% dei consensi a fronte del 10% degli ex ribelli dell’Unita.
Nonostante i miliardi di dollari garantiti ogni anno dall’esportazione del petrolio
e l’avvio di una difficile ricostruzione post-bellica, la grande maggioranza della
popolazione dell’Angola vive in condizioni di povertà. (R.P.)