Mons. McMahon: le Paralimpiadi ispirano tutti a superare i limiti della vita
Non solo un evento sportivo. Le Paralimpiadi di Londra, che hanno preso il via ieri
sera per concludersi il 9 settembre, rappresentano anche una grande occasione per
celebrare l’umanità. Sull’importanza, anche spirituale, di un evento come le Paralimpiadi,
Susy Hodges, della nostra redazione inglese, ha intervistato mons. Thomas
McMahon, vescovo di Brentwood, diocesi londinese nella quale si trovano gli impianti
sportivi dei Giochi: R.- I think everybody
finds them very, very inspiring. …Credo che per tutti sia un motivo di profonda ispirazione.
Forse perché tutti, in un modo o nell’altro, siamo resi inabili dalle nostre limitazioni
personali, le Paralimpiadi possono essere una sorta di stimolo a superare queste limitazioni.
Forse è per questo che la gente le trova così “stimolanti” …
D. – Quanto la
Chiesa è impegnata, con la sua opera pastorale, con le persone con disabilità o con
necessità particolari?
R. – In the diocese, here, we have one priest who is
specifically in charge … Nella nostra diocesi c’è un sacerdote che si occupa specificamente
di persone con disabilità, gente di tutte le età con difficoltà particolari. Organizza
per loro periodi di vacanza, l’accompagnamento ai nostri pellegrinaggi annuali a Lourdes
e loro, a loro volta, stimolano altre persone …
D. – Cosa le farebbe piacere
di avere raggiunto alla fine di questi Giochi?
R. – Well, I think the spiritual
weds to the physical. … Penso che l’aspetto spirituale si sposi con quello fisico.
Giovanni Paolo II ha parlato tanto della teologia del corpo e dell’integrazione tra
la dimensione fisica e quella spirituale, e di come noi siamo uniti nella nostra comune
origine – che risiede nella somiglianza di Dio – e uniti anche nel nostro impegno
a completare le nostre potenzialità. Dico sempre che tutti noi siamo chiamati sia
a portare la torcia sia a gareggiare. La gara della vita non è per i vincitori, ma
per chi completa il percorso!