Legge 40. Il ministro della Sanità Balduzzi: orientati a proporre ricorso a Strasburgo
Il mio intendimento è quello di proporre al Consiglio dei ministri l'intenzione di
fare ricorso contro la sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo,
ancora non definitiva, che martedì ha bocciato la legge 40 in merito alla diagnosi
preimpianto degli embrioni. E' il pensiero espresso ai microfoni della Radio Vaticana
dal ministro della Sanità italiano, Renato Balduzzi, che sottolinea comunque la necessità
di ulteriori approfondimenti. In particolare, la Corte si è espressa sul ricorso di
una coppia italiana fertile ma portatrice sana di fibrosi cistica, che chiedeva di
accedere a tale metodica per avere un bambino sano. Secondo i giudici della Corte,
il sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto degli embrioni
sarebbe incoerente in quanto, allo stesso tempo, un'altra legge dello Stato permette
alla coppia di accedere a un aborto terapeutico in caso che il feto venga trovato
affetto da fibrosi cistica. Sempre a proposito del pronunciamento della Corte di Strasburgo,
il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, ha detto:
"Bisogna ripensarci, c’è stato un superamento, un surclassamento della magistratura
italiana, è singolare”. Ma sentiamo lo stesso ministro, Renato Balduzzi, al
microfono di Federico Piana:
R. - La sentenza
è stata resa nota ieri, è stato possibile leggerla a partire da ieri pomeriggio. Mi
sto orientando a proporre al Consiglio dei ministri, insieme agli altri ministeri,
il ricorso previsto dalla normativa che riguarda il Consiglio d’Europa e la Corte
Europea dei diritti dell’uomo, in quanto il bilanciamento che il nostro ordinamento
fa tra la soggettività giuridica dell’embrione, la tutela della salute della madre
e di altri valori, principi e interessi coinvolti, è un bilanciamento che nel nostro
sistema - nonostante su di esso ci sia stato anche un grande dibattito - nelle sue
linee di fondo è stato considerato anche dalla giurisprudenza e dalla corte costituzionale,
un bilanciamento rispettoso dei valori costituzionali coinvolti. Dunque, diventa molto
importante capire e avere, rispetto al rapporto con la giurisdizione del Consiglio
d’Europa e quindi anche con il dialogo tra le diverse corti, oltre che tra i sistemi
giuridici, una parola più certa, più chiara.
D. – Se il governo non farà ricorso,
questa sentenza diventerà definitiva e potrà fare scuola anche in altri casi simili.
Per evitare questo, mi pare di capire che lei sia orientato senza mezzi termini a
presentare opposizione a questa decisione. Conferma?
R. - Ribadisco che personalmente
mi sto orientando a proporre al Consiglio dei ministri per le ragioni sintetizzate
poco fa di ricorrere nei confronti di questa decisione.
D. - Ma lei come vede
nel complesso questa sentenza? Il quotidiano Avvenire questa mattina parlava di “sentenza
eugenetica”…
R. - Ci sono alcuni passaggi della sentenza sui quali si approfondirà,
si chiederà un approfondimento. Sono passaggi che possono dare luogo a interpretazioni
anche molto preoccupanti. Noi, da questo punto di vista, abbiamo un sistema costituzionale
legislativo che impedisce quelle deviazioni. Però, vorremmo essere sicuri che questo
sistema e il suo equilibrio abbiano un significato non soltanto per noi, all’interno
nel nostro ordinamento, ma che lo abbiano riconosciuto anche nel confronto con l’ordinamento
del Consiglio d’Europa. Questo diventa evidentemente importante nella misura in cui
alcune delle preoccupazioni espresse nella sentenza della Corte europea erano già
emerse a livello di giurisprudenza di merito nel nostro Paese. Tuttavia, il bilanciamento
complessivo che c’è tra la Legge 40 e la Legge 194, tra il sistema costituzionale
e il sistema legislativo italiano nelle sue linee di fondo, finora non era mai stato
messo in discussione, se non in ordine a profili particolari della Legge 40, dalla
Corte costituzionale. Per cui, dal punto di vista del nostro Paese, questo bilanciamento
- sia pure sempre perfettibile e sempre anche collegato a materie così delicate dove
c’è un’innovazione della metodica, delle tecniche - può essere suscettibile di qualche
modificazione ma, nelle linee di fondo, noi a quel bilanciamento ci stavamo attenendo.
Dunque, mi sembra di poter dire - da questa prima sommaria delibazione - che l’intendimento
è di portare davanti al Consiglio dei ministri la richiesta di ricorso.