Laos: leader cristiano arrestato perché “ha convertito 300 persone”
La polizia laotiana ha arrestato il leader cristiano Bountheung, del villaggio di
Nongpong, nel distretto di Khamkerd, nella provincia di Borikhamxai (Laos centrale).
L’accusa è quella di “avere convertito 300 laotiani alla fede cristiana”. Come riferito
all'agenzia Fides, l’arresto è avvenuto una settimana fa, dopo che per altre due volte,
nel mese di agosto, il leader era stato convocato e interrogato dalle autorità provinciali.
Le domande vertevano sulla sua fede e sulla conversione di circa 300 laotiani al cristianesimo,
avvenuta nel maggio scorso. I 300 fedeli, tutti del villaggio di Nongpong, dopo aver
visto e conosciuto l’uomo, che da oltre 10 anni praticava la fede cristiana, hanno
deciso liberamente di aderirvi. Questo ha allarmato le autorità locali. L’ordine di
arresto contempla anche l’espulsione di Bountheung dal villaggio e intima ai 300 cristiani
residenti a Nongpong di rinunciare alla loro fede cristiana in cambio del diritto
di continuare a vivere nel villaggio. Secondo l’Ong “Human Rights Watch for Lao Religious
Freedom”, l’ordine viola un diritto di cittadinanza, dato che Bountheung viveva e
lavorava nel villaggio, ed è regolarmente registrato, insieme agli altri 300, come
“residente permanente”. Inoltre, aggiunge l’Ong, il provvedimento viola il diritto
di aderire a qualsiasi religione di propria scelta, garantito dalla Costituzione del
Laos. In un altro villaggio, Nahoukou, a circa 40 chilometri dalla città di Savannakhet,
nell’omonima provincia, le autorità locali hanno interrogato e intimidito Tongkoun
Keohavong, leader laico della comunità cristiana del villaggio, chiedendogli le ragioni
della crescita del cristianesimo nel villaggio. Tongkoun ha spiegato che, a partire
dal febbraio 2012, oltre 30 abitanti del villaggio, esercitando il loro diritto alla
libertà religiosa, hanno abbracciato la fede cristiana, entrando a far parte della
comunità. Le autorità hanno ordinato a lui e agli altri credenti di abiurare la loro
fede e interrompere gli incontri di culto, pena l’espulsione dal villaggio. Come appreso
da Fides, sono stati rilasciati i quattro cristiani arrestati a giugno scorso nella
provincia di Luang Namtha. Ai quattro, due dei quali thailandesi, è stata comminata
una forte multa. Erano stati arrestati e avevano subìto la confisca dei beni personali
perché stavano spiegando la Bibbia a un uomo laotiano. Secondo l’Ong Christian Solidarity
Worldwide (Csw), nella provincia di Luang Namtha, sono stati segnalati almeno 15 casi
simili, in cui i credenti hanno subìto abusi riguardo alla loro libertà religiosa
da parte delle autorità che, generalmente, considerano religioni accettabili solo
buddismo, bramanesimo e animismo, mentre il cristianesimo è ritenuto “religione straniera”.
(R.P.)