2012-08-28 15:07:47

Il Concilio Vaticano II al centro della Settimana teologica del Meic


All’Eremo di Camaldoli è entrata nel vivo la settimana teologica del Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic), che si concluderà domani. “Il Vangelo nella storia: la lezione del Concilio Vaticano II” è il tema dei lavori a cui presenziano molti intellettuali e amministratori pubblici. Sentiamo il presidente del Meic, Carlo Cirotto, nell'intervista di Marco Guerra:RealAudioMP3

R. - Siamo partiti dall’idea del Concilio - dal messaggio del Concilio - e lo abbiamo messo a confronto con la storia per un fatto molto semplice: la storia è opera di Dio, responsabilità dell’uomo. Dunque qual è l’opera di Dio nella nostra storia? Vogliamo leggere la presenza e la volontà di Dio, attraverso il Concilio vaticano II. Questo ci ha spinto a porci questa domanda: che cosa vuol dire nella storia il Concilio? È già venuto fuori che il messaggio fondamentale è stato proprio il modo conciliare con cui si è svolto, cioè il Concilio visto come modello di comportamento ecclesiale. Guardare al Concilio come modello di interrogare la storia, fare una discriminazione tra i fatti concreti della storia che riguardano la storia come opera di Dio, e fare una scelta concreta in questa direzione.

D. - Cosa spinge oltre 150 intellettuali cattolici di tutta Italia, a riunirsi all’Eremo di Camaldoli?

R. - Confrontarsi, con tematiche non solo di spiritualità di impostazione teologica astratta, ma di confrontare la nostra vocazione cristiana con la realtà storica nella quale viviamo.

D. - Partendo da questo ragionamento, quale tipo di impegno culturale e civile propone il Meic in questo tempo di crisi?

R. - Prima di tutto, cercare di leggere la realtà, cosa che non è facile per niente. Farlo in maniera cristiana, cioè leggere tutta la realtà, non soltanto il pezzo che magari si inquadra meglio con le nostre elaborazioni o le nostre prese di posizione precedenti, tutta la realtà, quella positiva e quella negativa, perché i segni dei tempi vanno letti leggendo la storia in maniera globale. E poi c’è un esercizio di immaginazione, perché non è più tempo di riproporre vecchie soluzioni, e quindi bisogna immaginarne di nuove, magari aiutati dalle vecchie, ma rivisitate a fondo, ringiovanite completamente. Questo è lo sforzo che si sta facendo.







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