2012-08-28 16:47:11

Carbosulcis, aiutateci a realizzare un sogno


RealAudioMP3 "In tanti vogliono stare nel sottosuolo ma abbiamo un problema logistico, dobbiamo mantenere vivibile questo pezzo di galleria. Le donne che sono venute giù a dimostrarci solidarietà sono il segno che noi teniamo alla famiglia come valore fondamentale, che fa parte della cultura del minatore. Ci ricordano i vincoli e gli obblighi di un padre di famiglia, il lavoro, il pane. In questo momento noi stiamo portando avanti una battaglia che non ha un colore politico, ma ha il colore del pane. Non ci possiamo arrendere". Sono le parole di uno dei minatori della CarboSulcis espresse in diretta ai microfoni della Radio Vaticana, da 373 metri di profondità. Qui, insieme a una quarantina di altri operai, sta protestando perché si realizzi la conversione del sito dall'attività estrattiva alla produzione di metano, e non si chiuda l'ultima miniera della Sardegna, una delle poche risorse economiche dell'isola. "Riusciamo in questi momenti anche a sorridere", riprende. "Noi dobbiamo realizzare questo sogno e speriamo che tutta la società italiana intervenga. Chiediamo al Governo che si impegni, ne va anche della possibilità di continuare a mandare i nostri figli a scuola. Perché se perdiamo questo posto, perdiamo il futuro. Speriamo che il Papa spenda delle parole per noi. Abbiamo bisogno della vostra preghiera. Noi non rapppresentiamo grandi lobbies e questo in Italia sul piano politico conta poco. Ma rappresentiamo la parte sana della società. La protesta andrà avanti fino a che il sogno non si realizzerà. Noi abbiamo dell’esplosivo con noi ma sappiamo che vogliamo mantenere le ragioni della vita". Un altro minatore, sorvegliante della squadra nel sottosuolo, che ha trascorso la notte scorsa nelle viscere del sito, racconta ai nostri microfoni che "è stata pesante psicologicamente perché queste persone sono stanche di stare lì. Il problema è per i giovani che vorrebbero entrare nella società che dovrebbe acquisire il sito, anche perché è l’unica possibilità lavorativa. Noi non avanziamo richieste sul fronte degli orari di lavoro, pure duri, ma solo che vada in porto questo progetto". Don Roberto Sciolla, direttore della Caritas diocesana di Iglesias, condivide la passione che sta vivendo questo territorio. "E' anche la passione della Chiesa, la passione nostra. Qui è a rischio la pace sociale. Le istituzioni politiche locali - sottolinea Don Sciolla - sono, e sono state, poco lungimiranti. Nella Carbosulcis si sono trascorsi decenni in cui si è vivacchiato, con corsi di formazione etc. ma poi non si è mirato effettivamente a creare dei gestori capaci. La Chiesa locale ha sempre segnalato all’attenzione dei politici la situazione sollecitando fortemente una riconversione. Abbiamo creato un fondo di solidarietà, stiamo moltiplicando i centri di ascolto, con la Provincia abbiamo cercato di tradurre le linee guida delle Settimane Sociali di Reggio Calabria in una agenda della speranza, la Provincia ha presentato dei programmi di sviluppo territoriale. Ma noi non possiamo fare tutto. Abbiamo la terra più bella del mondo, storia, cultura, prodotti tipici, agricoltura. Si potrebbe anche sviluppare un'alternativa lavorativa per le nuove generazioni, ma manca una grande capacità politica di coordinamento e di programmazione". (a cura di Antonella Palermo)










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