Benedetto XVI all’Angelus: la falsità è il marchio del diavolo. Bisogna prima credere
per conoscere
La falsità è il marchio del diavolo e bisogna prima credere per conoscere: lo ha sottolineato
Benedetto XVI all’Angelus, recitato dal Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, dove
prosegue il suo periodo feriale. Il servizio di Roberta Gisotti:
Bisogna prima
credere in Dio per conoscere la vita eterna che Cristo dona offrendosi in sacrificio
per noi: questo l’insegnamento di Gesù ai suoi discepoli - ha ricordato Benedetto
XVI - dopo il discorso nella sinagoga di Cafarnao, pronunciato all’indomani del miracolo
della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Aveva spiegato Gesù il senso di quel prodigio
compiuto non per conquistare un trono terreno, come aveva osservato domenica scorsa
il Papa. E, questo discorso aveva provocato molti dissensi: “da quel momento – racconta
l’evangelista Giovanni - molti dei suoi discepoli tornarono indietro” “‘perché non
credettero alle parole di Gesù che diceva: Io sono il pane vivo disceso dal cielo,
chi mangia la mia carne e beve il mio sangue vivrà in eterno’”:
“Questa
rivelazione rimaneva per loro incomprensibile, perché la intendevano in senso solo
materiale, mentre in quelle parole era preannunciato il mistero pasquale di Gesù,
in cui Egli avrebbe donato se stesso per la salvezza del mondo”.
Chiese
allora Gesù agli apostoli ‘Volete andarvene anche voi?’ E Pietro risponde ‘Signore,
da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che
tu sei il Santo di Dio?’ Cosi il Papa, riprendendo il commento di Sant’Agostino a
quel passo:
“Non dice: abbiamo conosciuto e creduto, ma abbiamo creduto
e conosciuto. Abbiamo creduto per poter conoscere; se, infatti, avessimo voluto conoscere
prima di credere, non saremmo riusciti né a conoscere né a credere”.
Gesù
inoltre sapeva che “tra i dodici apostoli c’era uno che non credeva: Giuda”, che avrebbe
potuto anzi dovuto andarsene “se fosse stato onesto”.
“Invece rimase con
Gesù. Rimase non per fede, non per amore, ma con il segreto proposito di vendicarsi
del Maestro.Perché Giuda si sentiva tradito da Gesù, e decise che a sua volta
lo avrebbe tradito”.
Infatti “Giuda era uno zelota, e voleva un Messia
vincente, che guidasse una rivolta contro i Romani. Ma Gesù aveva deluso queste attese”.
“Il
problema è che Giuda non se ne andò, e la sua colpa più grave fu la falsità, che è
il marchio del diavolo. Per questo Gesù disse ai Dodici: ‘Uno di voi è un diavolo!’”.
Dopo
la recita dell’Angelus, nei saluti ai fedeli, il Papa ha rivolto un indirizzo particolare
ai vescovi polacchi e ai pellegrini radunati a Jasna Gora, e alle religiose del Santo
Volto, in occasione del loro Capitolo generale.