Myanmar: secondo due studi l’inquinamento mette a rischio lo sviluppo birmano
Lo sviluppo economico del Myanmar, il cui governo ha avviato una campagna di democratizzazione
e modernizzazione, passa anche attraverso programmi di tutela dell'ambiente, dedicati
in particolare alla prevenzione da cicloni e altri disastri naturali. È quanto emerge
– riferisce AsiaNews - da due diversi studi pubblicati di recente, elaborati il primo
da un istituto di ricerca con base in Gran Bretagna e il secondo a opera della Banca
asiatica per lo sviluppo (Adb). Entrambi confermano che - a fronte di una crescita
e di investimenti - l'ex Birmania è fra le nazioni del Sud-est asiatico col più elevato
rischio di "gravi crisi ambientali", che finirebbero per colpire in maniera "devastante"
l'economia e l'eco-sistema naturale. Per il centro di ricerche britannico Maplecroft,
il Myanmar è fra le 10 nazioni asiatiche - assieme ai vicini India e Bangladesh -
con la minore capacità di risposta a disastri naturali. Un rischio acuito, secondo
lo studio, dalla fragilità delle economie nazionali e dalla povertà della popolazione.
In particolare, il documento ricorda il peggior disastro naturale della storia recente
birmana: il ciclone Nargis che si è abbattuto sul Paese nel maggio 2008 uccidendo
almeno 138mila persone e causato enormi devastazioni nel delta dell'Irrawaddy. Un
dramma che affligge ancora oggi parte della popolazione. Senza infrastrutture adeguate
in caso di calamità, concludono gli esperti di Maplecroft, l'ambizione del Myanmar
di diventare un grande produttore ed esportatore di riso "resta ad altissimo rischio".
Nel frattempo, uno studio promosso dalla Banca asiatica per lo sviluppo (Adb) avverte
i Paesi dell'Asia sui rischi legati all'eccessiva urbanizzazione, che va contrastata
adottando tecnologie che aiutino a ripulire l'aria e con l'uso di fonti energetiche
rinnovabili e alternative. Il continente vanta il più alto tasso di crescita delle
città, che ospitano circa la metà della popolazione urbana al mondo. Entro il 2020,
in Asia vi saranno 21 megalopoli su un totale di 37. E il Myanmar non farà eccezione.
In fase di crescita ed espansione dopo decenni di isolamento e dittatura militare,
l'ex Birmania rischia di vivere un "rapido declino" nella qualità di vita delle città.
Fra le cause principali l'inquinamento atmosferico, il traffico, l'uso del carbone
e, fra tutti la causa peggiore, l'emissione smodata di anidride carbonica. Per scongiurare
il declino, avvertono gli esperti di Adb, serve un programma di sviluppo sostenibile
anche per le città, anche e soprattutto in Myanmar dove si aprono interessanti prospettive
per il futuro. Con gli opportuni investimenti, conclude il rapporto, sarà possibile
ridurre gli inquinanti, sviluppare le infrastrutture e garantire adeguati standard
di vita.