Concluso il Meeting di Rimini 2012. Il bilancio di Emilia Guarnieri
“Emergenza uomo”: è il titolo del Meeting per l’Amicizia fra i Popoli del prossimo
anno, annunciato ieri nella conferenza stampa finale della kermesse riminese. Nel
2013 la XXXIV edizione del Meeting si terrà dal 18 al 24 agosto, come di consueto
a Rimini. Nel pomeriggio l’incontro conclusivo sul Meeting del Cairo. Il servizio
di Debora Donnini:
“La natura dell’uomo
è rapporto con l’infinito”: il titolo del Meeting di quest’anno si è reso concretamente
visibile per 7 giorni con incontri, spettacoli, mostre, passando dall’attualità internazionale
alla scienza, dall’arte alle testimonianze anche di tanti esponenti di altre religioni.
Non a caso l’ultimo incontro è stato dedicato al Meeting del Cairo, un’esperienza
che a maggio si ripeterà per la seconda volta e che è organizzata da un gruppo di
egiziani legati da amicizia con il Meeting di Rimini. Ad intervenire tra gli altri
il vicepresidente del Meeting Cairo e docente presso l’Università americana della
capitale egiziana, Wael Faoruq che ha sottolineato come per l’Egitto sia una ricchezza
questa esperienza del Meeting Cairo. Un evento la cui importanza è stata messa in
risalto anche da mons. Kyrillos Kamal William Samaan, vescovo di Assiut e vicario
della Chiesa copta cattolica in Egitto, che ha parlato del bisogno nel paese di un’educazione
al reciproco rispetto. Per la deputata al Parlamento egiziano, Marianne Malak, fondamentale
oggi per il paese nordafricano è soprattutto lo sviluppo del sistema di istruzione;
per il giudice Hossam Mikawi, presidente della Corte del Cairo Sud, c’è bisogno di
giustizia.
“Per ritrovare veramente se stesso e la propria identità, per vivere
all’altezza del proprio essere, l’uomo deve tornare a riconoscersi creatura, dipendente
da Dio”, aveva scritto Benedetto XVI nel messaggio inviato in occasione del Meeting
2012. E questo desiderio di infinito al Meeting si è visto anche nei volti dei circa
4mila volontari e in quelli delle famiglie, dei bambini, degli anziani che hanno affollato
la Fiera di Rimini. Quest’anno sono state riconfermate le circa 800mila presenze dell’anno
scorso, provenienti da 40 paesi. Un dato importante tenendo conto della crisi, come
ci conferma la presidente del Meeting Emilia Guarnieri:
R. Sì, certo:
non era un dato scontato per noi, questo, prima di vederlo accadere in questi giorni.
In questo tempo di crisi, lo riteniamo un grande successo.
D. – Rispetto alle
passate edizioni, forse ci sono stati meno politici, ma molte testimonianze, incontri
culturali, di scienza … Quindi, il fatto anche che le presenze siano rimaste le stesse
indica che c’è un interesse proprio per il fattore culturale del Meeting?
R.
– Sì, certo. Direi che l’interesse culturale abbraccia poi anche le presenze dei ministri,
perché qua si è parlato di cultura, cioè di cose che interessano la gente: il tema
del lavoro, il tema delle riforme, il tema stesso della politica, il tema dei giovani;
c’è stato un ampio respiro anche di carattere internazionale con il presidente dell’assemblea
generale dell’Onu, sul tema della libertà religiosa … Certo, le testimonianze, che
quest’anno erano particolarmente connotate anche in senso internazionale con la grande
neonatologa che lavora in America, la Paravicini, con il medico di Gaza, Abuelaish
… Le testimonianze, quando hanno questa intensità e anche questa capacità di documentare
un modo diverso di guardare la realtà, sicuramente riscuotono un grande interesse.
D.
– Il titolo di quest’anno è stato “La natura dell’uomo e il rapporto con l’infinito”.
Titolo del prossimo anno, “Emergenza uomo”: un passaggio tra questi due temi, perché?
R.
– La natura dell’uomo e il rapporto con l’infinito, ma il riconoscimento di questo
e la valorizzazione di questo, oggi, è in uno stato di emergenza, perché viviamo in
una cultura che tende a omologare e ad anestetizzare il punto di massima verità e
vitalità e irripetibilità di ogni uomo, che è appunto il suo desiderio. Quindi, è
appunto un’emergenza uomo.
D. – A maggio, al Cairo ci sarà la seconda edizione
del Meeting in Egitto, in un momento storico molto particolare per il Paese. Qualche
parola sull’esperienza del Meeting Cairo:
R. – Meeting Cairo – ci interessa
ribadire – non è fatto da noi, anche se è nato in amicizia e in riverbero dall’esperienza
che questi amici egiziani hanno vissuto qui, al Meeting di Rimini; è totalmente fatto
da loro e dalla realtà egiziana che, appunto, sostiene questa iniziativa. Noi siamo
solo stupiti di fronte a quello che vediamo accadere, perché che questa realtà di
amici musulmani abbia ritrovato – come loro dicono – un risveglio del loro cuore,
un risveglio del loro desiderio e abbiano intravisto nell’amicizia con noi una possibilità
di approfondimento della loro esperienza personale, della loro esperienza di verità
e di libertà, questo ci sembra veramente qualcosa di misterioso che accade.
D.
– Tra l’altro loro, per fare il Meeting Cairo, collaborano anche con la Chiesa locale
…
R. - Assolutamente sì! Perché intorno a questo gruppo di amici musulmani
– accademici, giudici della realtà egiziana – si è creata una trama di unità e di
amicizia con la Chiesa copta ortodossa, con la Chiesa copta cattolica, con la moschea
e l’università di Al Azhar. Quindi anche da loro è successo questo stesso fenomeno
non di omologazione: tutt’altro, ma di unità e di amicizia intorno a qualcosa di vero
e di buono che stanno costruendo.