Nigeria: 2 morti in attacco a villaggio cristiano, "Boko Haram" nega trattative con
il governo
Nel Nord della Nigeria alluvioni hanno provocato 11 morti e centinaia di sfollati
mentre si indaga nello Stato centrale di Plateau, per l’attacco contro un villaggio
a maggioranza cristiana condotto secondo le autorità da pastori nomadi di etnia fulani,
di religione musulmana. Due i morti. Intanto la setta integralista "Boko Haram" ha
negato che i militanti abbiano intenzione di negoziare con il governo centrale. Il
servizio di Davide Maggiore:
I nomadi fulani
erano già stati protagonisti in passato di scontri con le popolazioni stanziali della
regione, e nell’area aveva condotto azioni terroristiche anche "Boko Haram". E’ tuttavia
difficile parlare di una connessione tra i due generi di attacchi, come conferma padre
Carmine Curci, direttore dell’agenzia di stampa Misna:
“Da una parte,
possiamo dire che sono isolati; dall’altra, notiamo sempre più che ci sono dei collegamenti.
Innanzitutto, il fatto che nella zona stanno arrivando tante armi provenienti dalla
Libia, che finiscono in mano sia dei terroristi 'Boko Haram', ma anche in mano di
pastori, creando una situazione di grande instabilità. Altro elemento è quello che
il governo non ha il controllo dell’area”.
Proprio per quanto riguarda
questo aspetto, negli scorsi giorni, un esponente della setta radicale aveva parlato
di una disponibilità del gruppo ad aprire trattative, e i media locali avevano addirittura
parlato di colloqui avviati. Voci smentite da un comunicato degli integralisti: se
il governo non accetterà di adottare l’agenda radicale del gruppo, “non ci sarà pace”,
ha specificato il portavoce di "Boko Haram". Un’eventuale trattativa, tuttavia, incontrerebbe
numerose difficoltà soprattutto sul piano pratico, spiega ancora padre Curci:
“Dietro
'Boko Haram' siamo certi che ci siano anche eminenti personalità politiche del Nord.
'Boko Haram' raggruppa intorno a sé tutta una serie di gruppi grandi e piccoli e a
volte ci sono delle schegge isolate che possono creare ancora più tensione. E’ anche
qui che il governo incontra determinate difficoltà, cioè su cosa basare il dialogo
e con quali elementi”.