2012-08-24 20:04:38

La Clizia di Machiavelli apre ad Anagni il Festival di Teatro Medievale e Rinascimentale


Si apre stasera nel segno di Machiavelli, la 19.ma edizione del Festival di Teatro Medievale e Rinascimentale di Anagni, che porta nella città dei Papi una produzione internazionale di qualità ispirata ai due periodi storici e accompagnata da workshop e convegni sull’arte scenica. 6 i titoli in cartellone, ispirati al tema della metamorfosi. Giovani promesse si alternano a nomi noti come Giuseppe Pambieri, che stasera inaugura il festival con una nuova versione della Clizia, con cui Machiavelli denunciava la decadenza sociale. “Un’opera sempre attuale” racconta lo stesso Pambieri al microfono di Gabriella Ceraso: RealAudioMP3
R. - È una rivisitazione adatta ai tempi di oggi, quindi molto più agile, molto più facile da capire di quella di Machiavelli che con la sua scrittura bellissima, oggi potrebbe risultare ostica.
D. - Il filo conduttore del festival è la metamorfosi, il travestimento. In questo rientra perfettamente questa commedia..
R. - Il secondo titolo che è stato suggerito da noi è “Doppio inganno”, per sottolineare gli intrighi, gli scambi di persone..D. - Anche questa è una cosa tipica del Rinascimento..R. - Però ricordiamoci che le basi, le radici partono sempre da Plauto. La base è la Casina di Plauto, da cui appunto Machiavelli ha tratto la Clizia, e da cui noi abbiamo tratto “Doppio inganno”. I tempi ce la dicono lunga. Clizia scritta allora da Machiavelli, era una grande denuncia sarcastica della situazione anche etica del periodo.
D. - Una condanna della degenerazione di quelli che sono i valori della stessa famiglia, perché padre e figlio si innamorano della stessa donna. Anzi il regista scrive: “Attraverso questo meccanismo comico, perché è molto comico, si denuncia in realtà un comportamento molto individualista”.
R. - È quello che distingue il nostro momento storico, l’individualità esasperata, la ricerca del proprio bene, del proprio io, dell’esaltazione del proprio io, senza curarsi degli altri. E’ una denuncia di questo desiderio di arrivare a qualcosa che non si riesce mai raggiungere; siamo tutti alla ricerca di qualcosa che non riusciamo mai a raggiungere pienamente.








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