Meeting: i cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato al mondo.
"Purtroppo
c’è un incremento di intolleranza religiosa: alle volte è lo Stato che limita la libertà
dei credenti, altre volte è la società - magari con la connivenza del sistema giudiziario
o delle autorità politiche - che perseguita letteralmente le comunità credenti, che
siano esse cristiane o di un’altra minoranza religiosa, si tratta però di un fenomeno
molto sparso". Per mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della
Santa Sede presso l’Ufficio Onu di Ginevra, intervenuto al Meeting di Rimini, "c’è
un’evidenza ormai ben documentata, dove si mostra che i cristiani sono il gruppo religioso
più perseguitato nel mondo di oggi, cioè il gruppo che vede più limitati i suoi
diritti, per una ragione o per l’altra". "A volte si arriva all’estremo, per esempio
in Nigeria dove vengono fatte scoppiare bombe nelle Chiese la domenica, approfittando
delle persone che vanno a Messa per pregare o a celebrare il loro culto". "Altre volte
si verificano situazioni in cui le comunità cristiane sono forzate all’esilio dovuto
alla violenza, com’è capitato in Iraq e come sta capitando in Siria in questo momento,
quando si perseguitano o si puniscono i cristiani, o perché sono visti come alleati
dell’Occidente o come delle persone che hanno appoggiato un regime o l’altro. Alla
fine però la vera ragione è la diversità di fede". "Quindi, oggi ci troviamo in una
situazione, non solo nel Medio Oriente o in Africa - come in Nigeria e in Somalia,
dove c’è stato anche il caso di bombe gettate contro i cristiani in Kenya - ma anche
in altre parti del mondo, come in India, dove alcuni gruppi fanatici induisti hanno
attaccato comunità cristiane. Dobbiamo guardare un po’ la mappa del mondo e vediamo
che ci sono queste espressioni violente, conflittuali contro comunità religiose, che
portano alla disgregazione sociale oltre che al danno recato a queste persone. (a
cura di Debora Donnini)