Giornata Onu contro la schiavitù: cinque milioni i piccoli schiavi invisibili
Si celebra oggi la Giornata Onu in ricordo della Schiavitù e della sua abolizione.
Il traffico degli esseri umani e lo sfruttamento sessuale e lavorativo di milioni
di vittime nel mondo, specie donne e bambini, prosegue ancora oggi. Roberta Gisotti
ha intervistato Carlotta Bellini, responsabile Protezione dei minori di
Save the Children-Italia, che in questa occasione ha preparato un Dossier intitolato
“I piccoli schiavi invisibili”:
R. – E’ uno
spaccato che ci preoccupa tantissimo. Infatti, sembra che siano più di un milione
e 200 mila i minori vittime di tratta nel mondo e addirittura cinque volte tanto è
il numero dei minori sfruttati, sia lavorativamente sia sessualmente, in tutti i continenti
e quindi anche in Europa.
D. – Per quanto riguarda l’Italia, ci sono notizie
allarmanti…
R. – Gli operatori di strada, che incontrano i minori nello svolgimento
delle loro attività, ci confermano che lo sfruttamento sessuale è sicuramente un fenomeno
ancora presente e anzi è in aumento, in particolare per le ragazze nigeriane e per
le ragazze romene. Per quanto riguarda lo sfruttamento lavorativo, siamo noi stessi
preoccupati dell’altissima vulnerabilità, in particolare dei minori afghani che transitano
per il nostro Paese verso altre destinazioni, in particolare il Nord Europa, e anche
i minori egiziani che invece arrivano nel nostro Paese sperando di avere un futuro
migliore, ma che purtroppo spesso diventano vittime di sfruttamento.
D. – Cosa
fare per contrastare questo terribile fenomeno di moderna schiavitù? Che cosa è manchevole:
la coscienza dell’opinione pubblica? L’inadeguatezza della politica? La scarsità delle
misure da parte delle Forze dell’ordine?
R. – Quello che è molto importante,
in questo momento, nel nostro Paese è l’adozione di un piano nazionale contro la tratta
di esseri umani, che contenga anche delle previsioni specifiche per quanto riguarda
la tratta e lo sfruttamento dei minori, e dare una strategia d’intervento e garantire
poi un coordinamento tra – come ha detto lei – Forze dell’ordine da un lato, istituzioni
dall’altro e associazioni o ong del terzo settore. Occorre lavorare davvero uniti,
insieme per essere efficaci.
D. – Un piano nazionale per l’Italia, piani nazionali
per altri Paesi. Però, poi ci vorrà una strategia trans-nazionale?
R. – Questo
è fondamentale. Quello che è stato fatto negli ultimi anni è stato uno sforzo per
mettere a punto meccanismi trans-nazionali che potessero agevolare da un lato l’identificazione
dei minori, e dall’altro poi il riferimento dei minori a Paesi terzi, a servizi in
altri territori, in altri Paesi. Mentre però sulla teoria siamo forti, quindi l’elaborazione
c’è stata, diciamo che nella pratica ancora si fatica a raggiungere risultati positivi.
Ed ecco che allora, ancora una volta, è molto importante che ci sia un maggior coordinamento
tra Stati e meccanismi veramente operativi, che possano garantire – per esempio –
che tutti i minori vittime di tratta o sfruttamento o a rischio siano intercettati,
siano informati rispetto ai rischi e sia dato loro immediato aiuto.