Il Papa saluta le Suore Caldee. Un docente di Baghdad: ci sono forze che lavorano
contro la presenza dei cristiani in Medio Oriente
Al termine dell’udienza generale, il Papa ha rivolto un cordiale saluto alle Suore
Caldee Figlie di Maria Immacolata, “impegnate in un generoso e prezioso servizio alle
popolazioni dell’Iraq”. Le religiose cattoliche forniscono il loro aiuto non solo
alla comunità cristiana ma anche ai musulmani, in un contesto difficile per tutti.
Della situazione in Iraq si è parlato anche al Meeting di Rimini, dove ha dato la
sua testimonianza il prof. Mehdat, docente universitario di Baghdad. Federico
Piana gli ha chiesto di parlarci delle condizioni di vita dei cristiani in Iraq:
R. – La prima
cosa che voglio dire è che i cristiani vivono in Iraq fin dal I secolo. Negli ultimi
50 anni, sono stati i cristiani a costruire l’Iraq. Cristiani erano i medici, gli
insegnanti, gli infermieri. Ora siamo sempre di meno. Negli ultimi 30 anni siamo diminuiti
tantissimo: siamo passati dal 20 al 5 per cento della popolazione irachena. La vita
dei cristiani non è certo semplice, ma varia da città a città e anche da un quartiere
all’altro. Però devo dire che il nostro vero problema è la presenza di gente che s’ingegna
a creare i problemi: c’è gente che vuole distruggere, distruggere il Paese e anche
le persone.
D. – I cristiani iracheni si sentono abbandonati dalla comunità
internazionale?
R. – Devo dire la verità? Sì. Si sentono abbandonati. Ora
io mi aspetto dall’Occidente che pensi ai cristiani: non solo ai cristiani in Medio
Oriente, ma anche ai cristiani nello stesso Occidente, in Europa e in America, perché
ci sono delle forze che stanno lavorando contro i cristiani. E chiedo un aiuto per
fronteggiare tutte quelle forze che nei Paesi arabi indeboliscono la presenza dei
cristiani. Non bisogna lasciarle fare, perché l’obiettivo di questi poteri è colpire
i cristiani del Medio Oriente. Dobbiamo avere il coraggio di contrastare queste forze.
D.
– Che rapporto c’è con i musulmani? Lo Stato garantisce la libertà religiosa?
R.
– 40 anni fa, la situazione dei rapporti tra cristiani e musulmani era migliore di
oggi. Il problema è il governo che non dà sicurezza e non può garantirla, perché è
debole. Ci sono poi tanti aspetti che il governo non tiene in considerazione, altre
cose che non s’impegna a fare e anche se è a conoscenza di certe situazioni difficili
non interviene.
D. - Qual è oggi la situazione in Iraq?
R. - Dal 2003
[quando furono tolte le sanzioni] ad oggi, vediamo i risultati di tante guerre, di
30 anni di embargo: l’Iraq è un Paese veramente molto stanco. Ora la situazione economica
è migliorata, ma la vita sociale è peggiorata perché non c’è sicurezza e non c’è tranquillità.
Quindi, anche se è migliorata la situazione economica, senza sicurezza, il popolo
non può vivere.