Il Papa all'udienza generale: Maria è Regina nel servizio e nell'amore per Dio e per
l'umanità
All’udienza generale di oggi, tenuta a Castel Gandolfo, il Papa ha parlato dell’odierna
memoria liturgica della Beata Vergine Maria invocata con il titolo di “Regina”. “E’
una festa di istituzione recente – ha detto - anche se antica ne è l’origine e la
devozione: venne stabilita, infatti, dal Venerabile Pio XII, nel 1954, al termine
dell’Anno Mariano, fissandone la data al 31 maggio. In tale circostanza egli ebbe
a dire che Maria è Regina più che ogni altra creatura per la elevazione della sua
anima e per l’eccellenza dei doni ricevuti. Ella non smette di elargire tutti i tesori
del suo amore e delle sue premure all’umanità. Ora – ha proseguito - dopo la riforma
post-conciliare del calendario liturgico, è stata collocata a otto giorni dalla solennità
dell’Assunzione per sottolineare lo stretto legame tra la regalità di Maria e la sua
glorificazione in anima e corpo accanto al suo Figlio”. Nella Costituzione dogmatica
Lumen gentium si legge: «Maria fu assunta alla gloria celeste e dal Signore esaltata
come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al suo Figlio».
Il
Papa ha sottolineato che “qui sta la radice della festa odierna: Maria è Regina perché
associata in modo unico con il suo Figlio, sia nel cammino terreno, sia nella gloria
del Cielo”. Con Efrem il Siro ricorda che la regalità di Maria deriva dalla sua maternità:
“Ella è Madre del Signore, del Re dei re e ci indica Gesù quale vita, salvezza e speranza
nostra”. Cita quindi il Servo di Dio Paolo VI nell’Esortazione apostolica Marialis
Cultus: «Nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende: in
vista di lui Dio Padre, da tutta l'eternità, la scelse Madre tutta santa e la ornò
di doni dello Spirito, a nessun altro concessi”, e ancora, riprendendo quanto affermava
sant’Ildefonso: «vien riferito al Signore quel che è offerto in servizio all'Ancella;
così ridonda sul Figlio quel che è attribuito alla Madre; (...) così ricade sul Re
l’onore che vien reso in umile tributo alla Regina»”.
Il Papa sottolinea che
l’idea comune di re o regina come “una persona con potere e ricchezza” non è il tipo
di regalità di Gesù e di Maria. Il titolo di Regina per Maria è dunque una “conseguenza
del suo essere unita al Figlio, del suo essere in cielo, in comunione con Dio” e quindi
del fatto che “partecipa alla responsabilità di Dio per il mondo e all’amore di Dio
per il mondo”. E’ un titolo che si riferisce alla regalità di Cristo: una regalità
“intessuta di umiltà, di servizio e di amore”. Gesù viene proclamato re sulla croce,
si offrendo con noi e per noi, amando fino in fondo. “La regalità di Gesù non ha nulla
a che vedere con quella dei potenti della terra. E’ un re che serve i suoi servitori”,
come ha dimostrato agli Apostoli nell’Ultima Cena chinandosi a lavare loro i piedi.
“Così è per Maria: è Regina nel servizio a Dio e all’umanità; è Regina dell’amore,
che vive il dono di sé a Dio per entrare nel disegno di salvezza dell’uomo. All’Angelo
risponde: «Eccomi, sono la Serva del Signore» e nel Magnificat canta: «Dio ha guardato
all’umiltà della sua Serva»”.
Il Papa spiega come Maria eserciti questa regalità
di servizio e amore: “Vegliando su di noi, suoi figli: figli che si rivolgono a Lei
nella preghiera, per ringraziarla o per chiedere la sua materna protezione e il suo
celeste aiuto dopo aver smarrito forse la strada, oppressi dal dolore o dall’angoscia
per le tristi e travagliate vicissitudini della vita. Nella serenità o nel buio dell’esistenza,
noi ci rivolgiamo a Maria affidandoci alla sua continua intercessione, perché dal
Figlio ci possa ottenere ogni grazia e misericordia necessarie per il nostro pellegrinare
lungo le strade del mondo. A Colui che regge il mondo e ha in mano i destini dell’universo
noi ci rivolgiamo fiduciosi, per mezzo della Vergine Maria. Ella, da secoli, è invocata
quale celeste Regina dei cieli; otto volte, dopo la preghiera del santo Rosario, è
implorata nelle litanie lauretane come Regina degli Angeli, dei Patriarchi, dei Profeti,
degli Apostoli, dei Martiri, dei Confessori, delle Vergini, di tutti i Santi e delle
Famiglie. Il ritmo di queste antiche invocazioni e preghiere quotidiane come la Salve
Regina, ci aiutano a comprendere che la Vergine Santa, quale Madre nostra accanto
al Figlio Gesù nella gloria del Cielo, è con noi sempre, nello svolgersi quotidiano
della nostra vita”. Colei che “ha in mano, in parte, le sorti del mondo – ha affermato
- è buona, ci ama e ci aiuta nelle nostre difficoltà.
Quindi conclude: “la
devozione alla Madonna è un elemento importante della vita spirituale. Nella nostra
preghiera non manchiamo di rivolgerci fiduciosi a Lei. Maria non mancherà di intercedere
per noi presso il suo Figlio. Guardando a Lei, imitiamone la fede, la disponibilità
piena al progetto d’amore di Dio, la generosa accoglienza di Gesù. Impariamo a vivere
da Maria. Maria è la Regina del cielo vicina a Dio, ma è anche la madre vicina ad
ognuno di noi, che ci ama e ascolta la nostra voce”.
Al termine della catechesi,
il Papa ha rivolto un cordiale saluto alle Suore Caldee Figlie di Maria Immacolata,
“impegnate in un generoso e prezioso servizio alle popolazioni dell’Iraq”, alle Suore
di Maria Santissima Consolatrice, riunite per il loro Capitolo Generale, ai partecipanti
all’incontro dell’Associazione Famiglie Rogazioniste e all’incontro estivo per Seminaristi
Maggiori, come pure alle coppie di sposi novelli. “Tutti invito – ha detto - a dedicare
tempo alla formazione cristiana, per essere fedeli discepoli di Cristo, via, verità
e vita”.