Accordo tra Chiesa polacca e Patriarcato di Mosca. Mons. Migliore: politica e religione
alleate per il bene comune
“Storico atto di riconciliazione”: così i vescovi europei hanno commentato la comune
Dichiarazione sottoscritta nei giorni scorsi tra l’Episcopato cattolico polacco e
il Patriarcato ortodosso di Mosca. A siglare l’accordo, nel Castello Reale di Varsavia,
sono stati il presidente dei vescovi polacchi, Jozef Michalik, e il Patriarca di Mosca
e di tutte le Russie, Kiril I. Un gesto profetico sulla strada del dialogo di cui
il Papa, domenica scorsa all’Angelus, ha sottolineato l’importanza rilevando il desiderio
espresso “di fare crescere l’unione fraterna e di collaborare nel diffondere i valori
evangelici del mondo contemporaneo.” Quali frutti si aspettano ora? Roberta Gisotti
lo ha chiesto all’arcivescovoCelestino Migliore, nunzio apostolico
in Polonia:
R. – Che le
rispettive Chiese e società, sull’onda della buona volontà suscitata da questo primo
passo, contribuiscano fattivamente alla purificazione della memoria, al dialogo e
alla cooperazione innescate dalla Dichiarazione comune.
D. – E' stato definito
“uno storico atto di riconciliazione”. Il presidente della Conferenza episcopale mons.
Jozef Michalik ha però messo in guardia dal valutare questo appello alla riconciliazione
fra le rispettive nazioni e Chiese in “termini politici”. Perché questo timore?
R.
– Le due Chiese sorelle, l’ortodossa e la cattolica, si impegnano a dare un contributo
alla prevenzione, mediazione e riconciliazione delle divergenze, non nel senso tecnico
e giuridico internazionale di quei termini, cosa che spetta alla politica, ma nei
termini propri, quelli che partono dalla conversione del cuore, delle menti, dei singoli
e delle comunità. Quando politica e religione offrono ognuna il proprio contributo
specifico senza sconfinare l’una nell’altra, allora si raggiunge presto e meglio il
bene comune.
D. – Nella Dichiarazione è l’invito ai fedeli ortodossi e cattolici
russi e polacchi al perdono reciproco. Quale valore assume oggi la parola “perdono”?
R.
– Due comunità cristiane, come la cattolica e l’ortodossa, realizzano il perdono reciproco,
quando si aiutano a vedere la storia passata e presente e a delineare un futuro comune
alla luce della verità, che è al di sopra di noi, quella verità che viene dall’alto,
alla quale siamo sottomessi e che dobbiamo ricercare insieme noi cristiani. E’ questa
verità che ci aiuta a perdonare e a costruire positivamente sul perdono.
D.
– Dopo questo accordo tra le autorità delle due confessioni possiamo aspettarci anche
altri passi nelle due comunità?
R. – Certo, lo speriamo vivamente, proprio
perché questo primo passo ha suscitato anche tanta attenzione, risposta e buona volontà
nelle rispettive comunità.
D. – Quindi, resta un sentimento di gioia dopo questo
importante accordo?