Siria: 40 giustiziati vicino Damasco. Mosca: sì alla riconciliazione no ad un intervento
militare
Esercito governativo e ribelli si sono fronteggiati anche oggi in Siria : Damasco,
Aleppo e Daraa le zone più colpite dalle violenze che, secondo i Comitati di coordinamento
locale, hanno provocato circa 110 vittime. Continuano intanto gli appuntamenti diplomatici.
Il vicepremier siriano da Mosca rilancia l’obiettivo della riconciliazione nazionale,
mentre dall’Eliseo una delegazione dell’opposizione fa sapere che lavora ad un “governo
di transizione”. Peggiora intanto la situazione umanitaria:''Damasco e' una citta'
asfissiata'', lamenta Caritas internationalis. Il servizio di Gabriella Ceraso:
I cadaveri
di una quarantina di persone, giustiziate con proiettili alla testa, sono stati trovati
nel pomeriggio nei sotterranei della moschea Omar in un sobborgo a sud-ovest di Damasco.
E’ tra gli ultimi atti di una nuova giornata di sangue e di bombardamenti estesi in
tutto il paese da Daraa, a Dayr az Zor, Aleppo, Latakia e Idlib. Lo riferiscono i
Comitati di coordinamento locale stimando in 110 il bilancio dei morti odierni. Anche
l’agenzia ufficiale Sana cita un numero imprecisato di terroristi uccisi nelle medesime
località, ma non parla di civili. E si fa sempre più preoccupante anche il coinvolgimento
di giornalisti nelle violenze. Di oggi il rapimento di un palestinese e un turco da
parte dei lealisti, gli stessi su cui cadono i sospetti della morte, ieri, di una
reporter giapponese e di un collega turco. Sul fronte diplomatico intanto proseguono
gli incontri, ma senza grandi novità: il vicepremier siriano a Mosca rinsalda il legame
con l’alleato di sempre, respinge qualsiasi intervento occidentale e qualsiasi sanzione
e rilancia l’obiettivo della "riconciliazione nazionale", a partire, dice, da un processo
politico condiviso. Sul tavolo ci sarebbero anche le dimissioni di Assad, ma non come
pre-condizione al negoziato. Bollate come pretestuose invece le accuse americane di
uso di armi chimiche. L’opposizione si pronuncia invece dall’Eliseo: una delegazione
del Consiglio nazionale siriano ricevuto dal premier Hollande, annuncia che si sta
vagliando la formazione di un governo di transizione