Emilio Salgari, romantico creatore di eroi: lo scrittore ricordato nel 150.mo della
nascita
Un prolifico scrittore, il cui grande talento narrativo diede origine a personaggi
amati in molte parti del mondo. Diverse iniziative ricordano in questi giorni Emilio
Salgari a 150 anni dalla nascita: autore di dozzine di romanzi d’avventura – celebre
il suo “Ciclo dei pirati” e quello dei “Corsari” – Salgari continua ad affascinare
i lettori del 21.mo secolo, sfidando il monopolio del divertimento digitale. Il servizio
di Alessandro De Carolis:
L’inseguimento
di una goletta britannica a bordo di un praho stipato di agguerriti pirati
malesi. Duelli in punta di spada e sanguinose scorrerie tra i mari delle Antille infestati
dai corsari. Scene mozzafiato nelle praterie del Far West – dove bisonti scuoiati
diventano l’improvvisato riparo da un incendio – o sui bastioni di Famagosta, ultimo
baluardo cristiano dell’isola di Cipro investito dall’orda saracena. Chi ha letto
in gioventù, e non solo, i romanzi di Emilio Salgari non finirà mai di ringraziare
lo scrittore, veronese di nascita e torinese di adozione, per aver regalato ore di
emozioni vivide e incancellabili più di qualsivoglia fantasmagoria in 3D. Chi non
si è entusiasmato alla prodezza di Sandokan che uccide in un memorabile corpo a corpo
una tigre per poi offrirne la pelle all’amata Lady Marianna, o non ha sentito gli
occhi inumidirsi davanti alle lacrime del Corsaro Nero, costretto da un giuramento
ad abbandonare su una scialuppa in mezzo all’oceano la donna che ama perché figlia
del suo più acerrimo nemico? Scene cult, si direbbe oggi, di quando la fantasia
era “analogica” e a nutrirla non ci pensavano i miliardi di pixel della moderna grafica
computerizzata ma le suggestioni evocate dalla penna di un grande maestro dell’avventura,
che attingeva per le sue meravigliose descrizioni dai libri della Biblioteca Civica
Centrale di Torino, che Salgari – immaginifico narratore di grandi imprese – raggiungeva
ogni mattina nel meno epico dei modi, in tram.
È noto che la vita di Emilio
Salgari fu lontana anni luce dal fascino di quella dei suoi eroi. Ed è triste che
a spronare la magistrale creatività di uno scrittore capace di sfornare oltre 80 romanzi
in circa 30 anni – 200 opere considerando anche i racconti – ci fosse un cronico bisogno
di denaro, per le cure da offrire a sua moglie malata, e soprattutto le dure condizioni
imposte dagli editori, che lo avevano reso una sorta di “schiavo” della penna in un’epoca
in cui il diritto d’autore era ancora un seme senza radici. Ma delle ambasce che gli
amareggiarono molti dei suoi giorni, non si trova riflesso nei personaggi salgariani,
così pieni di dignità e romantiche passioni, signorilità e orgoglio, scolpiti nelle
mille trame suggerite dallo scontro tra amore e odio, coraggio e morte. Sandokan e
Yanez, il Corsaro Nero e Capitan Tempesta, la Scotennatrice e Tremal Naik: i miti
dei ragazzini di ieri e l’altro ieri chiedono di sedersi ancora accanto a quelli di
oggi, invitandoli a spegnere per un po’ gli ultra-effetti delle playstation per lasciarsi
intrigare dalla magia, forse sconosciuta ma potente, della pagina scritta. Quella
che non ha bisogno di cuffiette per sentire nella testa il clamore della battaglia
e una voce che continua a tuonare:
“Sambigliong! Issa la bandiera!... Inghilterra,
la Tigre è ancora viva!”