2012-08-19 14:13:59

Siria: nuovi scontri ad Aleppo. Assad in Tv; i ribelli accusano il nuovo inviato Onu; profughi in fuga


Nuova giornata di sangue in Siria. Almeno sette le vittime di oggi per scontri tra le forze di Damasco e i ribelli. Intanto, mentre il presidente Assad è apparso in Tv per la prima volta dopo tanto tempo, il Consiglio nazionale siriano attacca il nuovo inviato dell’Onu e della Lega Araba, Brahimi. Il servizio è di Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

I ribelli chiedono le scuse del diplomatico algerino. Lo accusano di aver detto che non è ancora arrivato il momento di chiedere al presidente Assad di andarsene. “E’ una posizione inaccettabile”, secondo la principale piattaforma dell’opposizione siriana che in un comunicato “parla di un passo indietro” rispetto alle posizioni del predecessore Kofi Annan. Intanto la Tv di Stato siriana mostra le immagini di Assad che prega in una moschea; un’apparizione pubblica che mancava dal 18 luglio. Tuttavia, neanche l’odierna festa della fine del Ramadan ha fermato gli scontri, soprattutto nella zona di Aleppo. In aiuto dei ribelli ci sarebbe una nave dei servizi segreti tedeschi: secondo la stampa internazionale sarebbe davanti alle coste siriane per spiare le mosse delle truppe di Damasco e riferire ai ribelli. Ed oggi è anche la giornata del ritiro degli osservatori Onu. Entro stasera lasceranno la Siria, dopo il mancato rinnovo della missione. Prima di partire i vertici della struttura hanno nuovamente puntato il dito sia contro i ribelli e sia contro il regime per la mancata protezione dei civili, che provoca ogni giorno decine di vittime.

Intanto cresce il timore che la crisi siriana possa espandersi in altri Paesi vicini. L’attenzione è puntata sul Libano e sulla Turchia, dove continuano ad arrivare numerosi profughi in fuga dalle violenze. Ascoltiamo la giornalista italo-siriana, Susan Dabbous, raggiunta telefonicamente da Giancarlo La Vella al confine tra Siria e Libano:RealAudioMP3

R. – Non ho mai visto un’affluenza così intensa come in questi giorni e nella parte meridionale della Turchia si stanno concentrando profughi provenienti soprattutto dalla regione di Aleppo e dalla città di Azaz, che è stata bombardata due giorni fa. I numeri sono ormai impressionanti. Molte persone arrivano in condizioni drammatiche, con ferite da guerra, da esplosione, che richiedono cure particolari. Per quanto riguarda invece la situazione in Libano ho visto profughi siriani, soprattutto a Beirut, e questa è una novità. Sono talmente tanti, i profughi siriani in Libano, che sono ormai arrivati fin nel cuore della città.

D. – Chi si sta occupando di queste persone?

R. – Le organizzazioni internazionali, sia in Turchia che in Libano, stanno facendo tutto ciò che possono. E’ ovvio che in una situazione in cui hanno dalla loro l’aiuto del governo, come nel caso della Turchia, riescono a fare un lavoro più pulito. In Libano il quadro è molto più confuso.

D. – Che cosa raccontano questi profughi della guerra da cui sono fuggiti?

R. – Le loro storie sono drammatiche e a volte sono anche disarmanti; quello che mi ha colpito è che in alcuni casi, superato il trauma del momento, che può essere un’esplosione, un incendio, il bambino che assiste per la prima volta ad un episodio raccapricciante come può essere vedere un cadavere vicino casa, c’è una sorta di rassegnazione e una profonda assuefazione alla violenza.

D. – Recentemente l’Onu ha accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, in misura diversa, non solo l’esercito di Damasco ma anche le milizie ribelli. Hai testimonianze su questo?

R. – Purtroppo sì. Come in tutte le guerre civili si stanno creando situazioni di violenza aberrante e in questi scontri a rimetterci spesso sono i civili che sono per lo più vittime dei bombardamenti massicci da parte dell’esercito regolare. Detto questo, l’esercito libero siriano sta compiendo da mesi vendette ai danni non tanto dei soldati dell’esercito regolare bensì contro gli uomini delle milizie di Assad, ovvero i cosiddetti “shabiha”. Il problema è: sono davvero tutti shabiha le persone che vengono prese, torturate e uccise, come mostrano le immagini raccapriccianti che abbiamo visto in questi giorni? Non lo sappiamo. Non ci sono indagini in corso e non c’è in questo momento la possibilità di sindacare su tali atrocità.







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