2012-08-18 13:46:59

Mons. Santoro: bene l'incontro sull'Ilva, la Chiesa vigilerà sugli impegni presi


“Positivo l’incontro di ieri, ma ora la Chiesa vigilerà sugli impegni assunti”. L’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, commenta così la riunione sull’Ilva tra i ministri dell’Ambiente, Clini, dello Sviluppo, Passera, gli amministratori locali, i vertici dell’azienda, e i sindacati, presente anche lo stesso arcivescovo. Scongiurata la chiusura degli impianti, ora partono i lavori per le bonifiche: 146 i milioni di euro investiti. Francesca Sabatinelli ha intervistato mons. Santoro:RealAudioMP3

R. - I toni con la magistratura si sono calmati e la situazione è sicuramente migliorata, nel senso che è stato indicato l’obiettivo comune: rispondere al dramma sanitario senza dimenticare la questione dell’occupazione. Quindi, c’è stato sicuramente, nei toni, un avvicinamento con la magistratura, anche se è stata dichiarata da parte dei ministri l’opposizione alla chiusura degli impianti.

D. - Non si può negare che proprio l’azione dei magistrati ha fatto sì che l’Ilva diventasse un caso nazionale …

R. – Certo! L’azione dei magistrati ha messo in evidenza la verità: che le malattie si sono sviluppate lungo tutti questi anni e che esigono una risposta costante e precisa. Sicuramente questo è il merito della magistratura. D’altro lato, in tutti i miei interventi, ho sempre rispettato l’azione della magistratura, augurando che possa fare il suo corso. L’incontro di ieri è stato un passo molto importante per il rapporto con i giudici ma soprattutto sotto il profilo degli impegni concreti, perché siano realizzate sia bonifiche sul territorio, sia anche miglioramenti negli impianti interni. Questi sono impegni concreti, da parte dello Stato e anche da parte dell’Ilva, perché la causa di queste malattie possa essere superata. E’ stato anche importante che mi abbiano chiamato a partecipare a questo incontro, perché la posizione che abbiamo sempre assunto, come Chiesa, è di vicinanza alle persone ammalate, che soffrono, ma nello stesso tempo è un contatto diretto con i lavoratori desiderosi di difendere il loro posto di lavoro. Noi continueremo in questo cammino, faremo anche un’opera di controllo, di monitoraggio, degli impegni assunti, affinché possano essere mantenuti. La partita è tutta da giocare. Adesso che il caso è diventato nazionale la partita si può giocare, e si deve giocare tutta.

D. - Anche perché se questa partita non si dovesse giocare tutta, e non si dovesse giocare nelle migliori condizioni, il destino è segnato, questa è "l’ultima spiaggia"…

R. - Questa è proprio "l’ultima spiaggia". Secondo me qui si può veramente giocare il futuro, la pace sociale, non solo di Taranto ma anche il futuro economico di gran parte dell’Italia. Soprattutto si può indicare con un intervento preciso come sia possibile trasformare una situazione di emergenza in una situazione virtuosa, che coniughi bene l’occupazione con la difesa dell’ambiente, quello che noi tutti auspicheremmo.

D. - Questa partita dovrà essere giocata con 146 milioni di euro che sono stati promessi dall’Ilva. C’è già chi ha detto sono pochi, che non basteranno mai…

R. - Certo, è vero, sono pochi, ma cominciamo a utilizzare questi che ci sono stati dati. Uniti agli altri 360 milioni del decreto governativo sono già un inizio. E’ il segno di un cambiamento anche dell’atteggiamento dell’Ilva in rapporto alla città, è un’attenzione alla realtà della città. Sono tanti i segni che ci lasciano ben sperare, però continuiamo a stare in allerta per una soluzione positiva che, noi auspichiamo, possa avvenire nella concertazione delle forze presenti e non nella divisione: la divisione è proprio opera del diavolo.







All the contents on this site are copyrighted ©.