2012-08-18 13:59:00

Al via domani, il Meeting di Rimini. Mons. Lambiasi: i giovani hanno fame di infinito


Prende il via, domani, la 33.ma edizione del Meeting di Rimini. Il tema di quest’anno, tratto da un’opera di don Luigi Giussani, è “La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”. L’evento si aprirà domattina con la Messa celebrata dal vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi che - al microfono di Federico Piana - si sofferma sul tema del Meeting:RealAudioMP3

R. – L’uomo non può bastare a se stesso. Non gli bastano le cose, non gli bastano neanche gli altri uomini, ha bisogno dell’infinto! E' una relazione aperta sull’infinito. Come diceva Kierkegaard: "L’uomo è un crepaccio assetato d’infinito" e quindi solo Dio può saziare la sua fame. Questo mi sembra un tema davvero bello perché ci dice che noi siamo una possibilità che è protesa verso l’infinito e che può essere incontrata, abbracciata da questo infinito.

D. – E a ricercare l’infinito in questo momento storico sono soprattutto i giovani un po’ disorientati. I giovani saranno anche protagonisti di questo Meeting...

R. – In effetti, quello che caratterizza il Meeting è proprio questa presenza vivace, dinamica, creativa, dei giovani. In fondo il Meeting, come fatto in se stesso, diventa una esemplificazione del tema che viene lanciato, del messaggio che viene proposto. I giovani, in questi giorni, a cominciare dai volontari sono un po’ come il cuore del Meeting, fanno un’esperienza di infinito, perché si sentono impegnati a dare il meglio di sé, ad aprirsi ai tanti amici che possono incontrare e a lanciarsi vero quell’infinto a cui noi diamo un volto e un nome che è quello di Gesù di Nazareth.

D. - Questa è la 33.ma edizione del Meeting di Rimini, che bilancio si può fare di questi anni?

R. – Vorrei dire che ormai il Meeting è diventato un fatto strutturale perché per tanta gente, a livello mondiale, Rimini significa Meeting e Meeting significa Rimini. Certo, ha aiutato molto il nostro territorio a sentirsi parte di un mondo più grande e a interagire con l’umanità intera. Infatti, nel Meeting si vede, in piccolo, un campionario di umanità variegata, multicolore, delle varie età, delle varie razze, anche di varie religioni, perché c’è un dialogo interreligioso che è molto promettente. Quindi, mi sembra davvero un grande fatto culturale, che promuove cultura, che semina grandi valori, e che è un modo, se posso dire, molto laico per far sentire ai tanti non credenti che noi li vogliamo amare, li vogliamo incontrare, li vogliamo servire. Penso che in questi anni il Meeting si è accreditato come uno dei più grandi fenomeni culturali che ci siano durante l’anno in Italia.







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