Siria: l'Onu non rinnova il mandato agli osservatori. Drammatico appello dell'arcivescovo
Jeanbart
La Siria è ancora in preda alla violenza mentre il presidente Assad sembra essere
sempre più isolato. Ieri l’Onu ha deciso il ritiro degli osservatori dal Paese dopo
che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non ha prorogato il loro mandato.
Sì dell’algerino Brahimi al ruolo di inviato speciale per la Siria dopo le dimissioni
di Annan. Un quadro diplomatico complesso accanto alle violenze sul terreno. Il servizio
di Marina Calculli:
E dalla Siria
giunge il drammatico appello dell’arcivescovo cattolico dei greco-melkiti, Jean-Clément
Jeanbart, intervistato dalla collega del programma inglese Tracey McLure:
R. – Chiedo
alla comunità internazionale, chiedo ai cristiani d’Europa, d’America e di tutto il
mondo, chiedo ai governi di avere pietà di questo popolo siriano e di fare tutto il
possibile per spingere tutti quanti a sedersi attorno ad un tavolo per dialogare,
trovare una riconciliazione e risolvere questo problema in modo civile, umano. La
guerra non fa che distruggere, non fa che uccidere: è una guerra fratricida. Smettiamola
di sostenere i belligeranti: chiedo questo all’Occidente ed anche alla Russia, alla
Cina, all’Iran, a tutti, perché spingano le due parti ad accettare il dialogo, a trovare
un compromesso, un modo per risolvere questo problema che sia soddisfacente per tutti.
Prego e supplico tutti di fare il possibile per salvaguardare migliaia e migliaia
di persone che muoiono per niente, perché così non si risolverà il problema. La guerra
non risolve il problema, la guerra non può che portare la morte e la desolazione.