La tragedia dei profughi del Mediterraneo in un film proiettato al festival di Venezia
Un film denuncia sui profughi nel Mediterraneo sarà proiettato alla prossima Mostra
del cinema di Venezia. “Mare chiuso”, questo il titolo della pellicola di Andrea
Segre e Stefano Liberti, si soffermerà in particolare su di un episodio del marzo
2011, quando non fu soccorso un barcone alla deriva con 72 profughi dalla Libia, sebbene
fosse stato avvistato dai mezzi militari in perlustrazione. Morirono in 63, ne sopravvissero
solo 9. Una tragedia che è stata denunciata dal Consiglio d’Europa, che in un comunicato
si scaglia contro i troppi morti nel Mediterraneo: “lo scorso anno furono 1500 le
vittime accertate, cioè quelle di cui siamo a conoscenza grazie a qualche superstite
dei naufragi”, si legge ancora nel messaggio, duramente critico anche verso quei respingimenti
che “non rispettarono le leggi sul dovere di accoglienza dei profughi”. La proiezione
avverrà venerdì 31 agosto, alla presenza del presidente della Biennale Paolo Baratta,
del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e della vicesegretaria generale del Consiglio
d’Europa Maud de Boer. Particolarmente rilevante sarà la partecipazione di uno dei
9 superstiti e del sacerdote che, avvertito dal cellulare di un naufrago, lanciò l’sos
che rimase inspiegabilmente inascoltato. (M.R.)