Messa del Papa per l’Assunzione: Dio ci aspetta, questa è la nostra grande speranza,
un mondo lontano da Dio diventa peggiore
Messa del Papa, questa mattina, nella parrocchia di San Tommaso da Villanova a Castel
Gandolfo, in occasione della Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.
Benedetto
XVI, nell’omelia, ha ricordato che “il 1° novembre 1950, il Venerabile Papa Pio XII
proclamava come dogma che la Vergine Maria «terminato il corso della vita terrena,
fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». Questa verità di fede era conosciuta
dalla Tradizione, affermata dai Padri della Chiesa, ed era soprattutto un aspetto
rilevante del culto reso alla Madre di Cristo. Proprio l’elemento cultuale costituì,
per così dire, la forza motrice che determinò la formulazione di questo dogma" che
appare "un atto di lode e di esaltazione nei confronti della Vergine Santa. Questo
emerge anche dal testo stesso della Costituzione apostolica" Munificentissimus Deus,
"dove si afferma che il dogma è proclamato «ad onore del Figlio, a glorificazione
della Madre ed a gioia di tutta la Chiesa». Venne espresso così nella forma dogmatica
ciò che era stato già celebrato nel culto e nella devozione del Popolo di Dio come
la più alta e stabile glorificazione di Maria: l’atto di proclamazione dell’Assunta
si presentò quasi come una liturgia della fede. E nel Vangelo che abbiamo ascoltato,
Maria stessa pronuncia profeticamente alcune parole che orientano in questa prospettiva:
«D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48). Una profezia per
tutta la storia della Chiesa. Questa espressione del Magnificat, riferita da san Luca,
indica che la lode alla Vergine Santa, Madre di Dio, intimamente unita a Cristo suo
figlio, riguarda la Chiesa di tutti i tempi e di tutti i luoghi. E l’annotazione di
queste parole da parte dell’Evangelista presuppone che la glorificazione di Maria
fosse già presente nel periodo di san Luca ed egli la ritenesse un dovere e un impegno
della comunità cristiana per tutte le generazioni". "Questa solennità è un invito
quindi a lodare Dio, a guardare alla grandezza della Madonna”.
“Ma perché –
domanda il Papa - Maria viene glorificata con l’assunzione al Cielo? San Luca, come
abbiamo ascoltato, vede la radice dell’esaltazione e della lode a Maria nell’espressione
di Elisabetta: «Beata colei che ha creduto» (Lc 1,45). E il Magnificat, questo canto
al Dio vivo e operante nella storia è un inno di fede e di amore, che sgorga dal cuore
della Vergine. Ella ha vissuto con fedeltà esemplare e ha custodito nel più intimo
del suo cuore le parole di Dio al suo popolo, le promesse fatte ad Abramo, Isacco
e Giacobbe, facendone il contenuto della sua preghiera: la Parola di Dio era nel Magnificat
diventata la parola di Maria, lampada del suo cammino, così da renderla disponibile
ad accogliere anche nel suo grembo il Verbo di Dio fatto carne. L’odierna pagina evangelica
richiama questa presenza di Dio nella storia anche nello stesso svolgersi degli eventi;
in particolare vi è un riferimento al Secondo libro di Samuele (6,1-15), in cui Davide
trasporta l’Arca Santa dell’Alleanza. Il parallelo che fa l’Evangelista è chiaro:
Maria in attesa della nascita del Figlio Gesù è l’Arca Santa che porta in sé la presenza
di Dio, una presenza che è fonte di consolazione, di gioia piena. Giovanni, infatti,
danza nel grembo di Elisabetta, esattamente come Davide danzava davanti all’Arca.
Maria è la «visita» di Dio che crea gioia. Zaccaria, nel suo canto di lode lo dirà
esplicitamente: «Benedetto il Signore, Dio di Israele, perché ha visitato e redento
il suo popolo» (Lc 1,68). La casa di Zaccaria ha sperimentato la visita di Dio con
la nascita inattesa di Giovanni Battista, ma soprattutto con la presenza di Maria,
che porta nel suo grembo il Figlio di Dio”.
Il Papa, continuando l'omelia
a braccio, ha spiegato che "in Dio c'è spazio per l'uomo" e "Maria unendosi a Dio
... non si allontana da noi, non va in una galassia sconosciuta" ma unendosi a Dio
"si avvicina, perché Dio è vicino a tutti noi" e Maria unita a Dio "è vicinissima
a ognuno di noi". "Maria unita totalmente a Dio ha un cuore così grande che tutta
la creazione può entrare in questo cuore e gli ex voto in tutte le parti della terra
lo dimostrano". Maria, dunque "è vicina, può ascoltare, può aiutare, è vicina a tutti
noi" e unita a Dio "ha il cuore largo come il cuore di Dio". Ma anche "nell'uomo c'è
spazio per Dio" - ha proseguito il Papa - e "questa presenza di Dio in noi" è "importante
per illuminare il mondo nella sua tristezza, nei suoi problemi". Il Papa esorta ad
aprire il nostro essere a Dio perché Lui possa entrare in noi "ed essere la forza
che dà vita". "Aprendoci a Dio - ha soggiunto - non perdiamo niente, al contrario,
la nostra vita diventa ricca e grande". Oggi - ha poi aggiunto - in molti sperano
in "un mondo migliore", ma non si sa quando questo mondo migliore arriverà. E' invece
"sicuro che un mondo che si allontana da Dio non diventa migliore ma peggiore. Solo
la presenza di Dio può garantire anche un mondo buono". Invece "una speranza è sicura:
Dio ci aspetta, ci attende, non andiamo verso il vuoto, siamo attesi ... e troviamo,
andando nell'altro mondo la bontà della Madre, troviamo i nostri, l'Amore eterno.
Dio ci aspetta questa è la nostra grande gioia e la grande speranza che nasce proprio
da questa festa". "Maria ci visita ed è la gioia della nostra vita": "Lei è aurora
e splendore della Chiesa trionfante; Lei è la consolazione e la speranza per il …
popolo ancora in cammino (Prefazio). Affidiamoci alla sua materna intercessione, affinché
ci ottenga dal Signore di rafforzare la nostra fede nella vita eterna; ci aiuti a
vivere bene il tempo che Dio ci offre con speranza. Una speranza cristiana, che non
è soltanto nostalgia del Cielo, ma vivo e operoso desiderio di Dio, qui nel mondo,
desiderio di Dio che ci rende pellegrini infaticabili, alimentando in noi il coraggio
e la forza della fede, che nello stesso tempo è coraggio e forza dell'amore”.