2012-08-15 14:41:46

Inaugurata chiesa in legno per i terremotati di Novi di Modena, donata da Telepace


In occasione della Festa dell’Assunta è stata inaugurata a Novi di Modena, uno dei centri più colpiti dal terremoto in Emilia dello scorso 29 maggio, la nuova chiesa dedicata a “Maria, stella dell’evangelizzazione” e al Beato Giovanni Paolo II. La chiesa, costruita totalmente in legno, è stata donata dall’emittente televisiva cattolica Telepace, il cui direttore, don Guido Todeschini, ha concelebrato la Messa col vescovo di Carpi, Francesco Cavina. Federico Piana ha intervistato il parroco di Novi, don Ivano Zanoni:RealAudioMP3

R. - In quella giornata del terremoto eravamo tutti costernati, nel senso che non soltanto avevamo perduto la chiesa ma avevamo anche un po’ terremotati nel nostro spirito. Poi cammin facendo, giorno dopo giorno, arrivavano tanti gesti di solidarietà, tanti atti di bontà, tanti atti di condivisione del nostro dolore. Un grande segno di comunione di fraternità è arrivato da Telepace, guidata da don Guido Todeschini, che ci ha offerto questa possibilità di avere una nuova chiesa in legno, prefabbricata. Abbiamo colto al volo questa offerta e oggi siamo qui per inaugurare questo edificio che è molto bello, anche da un punto di vista estetico, si presenta molto bene, è collegato in un contesto del centro parrocchiale dove c’è una zona verde, dove ci sono altre strutture che hanno lo stesso colore, la stessa tinteggiatura... Insomma sembra che questa chiesa ci sia sempre stata o che quantomeno abbia trovato il posto giusto qui nella nostra comunità parrocchiale.

D. - Cosa significa questo gesto di speranza per le persone che hanno provato così tanto dolore per questo terremoto?

R. - Proprio così. Quando ti capita un evento sismico, questa calamità naturale, ti senti smarrito perché di fronte alla natura che ha una potenza straordinaria l’uomo si sente come un verme. Hai paura di tutto. Ancora oggi la paura non è passata, le scosse continuano lievemente, perché lo sciame sismico si va spegnendo, però abbiamo ancora tanta paura. Ma bisognava ripartire subito, celebrare l’Eucaristia, riunire il popolo di Dio, i fedeli, per non dare la sensazione che eravamo allo sbando. In un primo tempo ci siamo trovati all’aperto nel cortile della scuola materna, l’unico edificio agibile era la scuola dell’infanzia parrocchiale. Allora abbiamo cercato di farci coraggio, di riunire la gente la domenica per la Messa festiva. Devo dire che man mano che passava il tempo si aveva sempre più la voglia, un desiderio grande, di celebrare l’Eucaristia in un luogo giusto in un luogo dove fosse possibile ascoltare e meditare in silenzio la Parola di Dio.

D. – Questa è la prima chiesa in assoluto del post-terremoto, vuol essere in qualche modo anche un apripista nella speranza che altre chiese vengano ricostruite?

R. – Quando penso che c’era soltanto una piattaforma di cemento e oggi abbiamo una chiesa costruita con tante ore di lavoro di tante persone, di tanti volontari, e quindi è sorta una chiesa di 22 metri per 10, capace di contenere più di 250 persone, 150 persone a sedere, quasi, quasi non credo ai miei occhi! Credo che questo sia un bel segno di speranza anche per le altre comunità.

Ha presieduto la Messa per l’inaugurazione della nuova chiesa di Novi il vescovo di Carpi, mons. Francesco Cavina. Federico Piana lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – Maria assunta in Cielo è la patrona principale della diocesi e quindi per noi la solennità dell’Assunta ha un significato molto particolare. Nonostante l’inagibilità, nella stragrande maggioranza, delle nostre chiese, compresa la cattedrale, abbiamo voluto mantenere a tutti i costi che la Festa si svolgesse secondo i canoni tradizionali, quindi la celebrazione della Messa alle 8 della mattina, poi la processione e la benedizione alla città, alla diocesi di Carpi. Io credo che attraverso questa Solennità possiamo veramente dire che abbiamo e intendiamo affidare la nostra vita nelle mani della Madonna.

D. – Qual è la preghiera che in questo momento così particolare, così doloroso, la sua diocesi sente di rivolgere a Maria?

R. - In questa solennità vogliamo chiedere alla Madonna che non permetta che lo sconforto, la delusione, la tristezza, pervadano la nostra anima, ma che dia nuovo slancio alla sete, alla speranza e nuovo splendore all’amore. Dato che dobbiamo ricominciare la ricostruzione morale e spirituale anche materiale delle nostre comunità, proprio in questo impegno così gravoso, io mi sono permesso di sottolineare che questo impegno non deve far sì che si spenga in noi il “tormento dell’infinito”, questo desiderio di Dio, della patria del Cielo e non dimenticare che, comunque sia, la nostra vita è una tappa, anche se dolorosa, è una tappa verso un destino che è un destino di felicità, di gloria, di beatitudine. Quindi credo che in questa Solennità ciò che cerco e che ho voluto trasmettere sia proprio chiedere alla Madonna di mostrarci ciò che veramente è essenziale e importante per la nostra vita, di cui noi abbiamo assolutamente bisogno, e questo Qualcuno è proprio il Signore.

D. - A che punto è la ricostruzione?

R. – Parlare di ricostruzione è ancora molto azzardato. Stiamo facendo tutta una serie di opere di messa in sicurezza delle strutture, soprattutto chiese e campanili che corrono il rischio di crollare. Questo è il grande impegno sul quale stiamo lavorando e proprio prima degli inizi di agosto, alla fine del mese di luglio, si sono aperti tantissimi cantieri proprio per iniziare quest’opera di messa in sicurezza.







All the contents on this site are copyrighted ©.