Il Cammino delle Pievi in Carnia: iniziativa dell'arcidiocesi di Udine
Un itinerario in 18 tappe lungo sentieri di montagna per scoprire tesori di fede,
arte e natura. E’ quello proposto, fino al 4 settembre, dall'iniziativa “Cammino delle
Pievi in Carnia” della arcidiocesi di Udine. Ispirato al Cammino di Santiago de Compostela,
il percorso - lungo quasi 200 chilometri - raggiunge 10 chiese antiche e un Santuario
ed è accompagnato da una serie di eventi quali concerti e rappresentazioni. I partecipanti
hanno a disposizione la mappa del cammino, una Guida dettagliata e la “Carta del pellegrino”
per apporre il timbro di ogni tappa percorsa. Adriana Masotti ha intervistato
mons. Giordano Cracina, prevosto di San Pietro in Carnia e promotore, insieme
ad un gruppo di laici, del progetto:
R. – Vuole essere
una proposta per cristiani e persone di buona volontà, di ripercorrere attraverso
i vecchi sentieri il collegamento tra le più antiche Chiese della nostra diocesi della
Carnia, in Friuli. Lo scopo è quello di aiutare questi fedeli anche a riscoprire un
pò un percorso verso il Signore, con momenti di meditazione, con occasioni anche di
riscoperta del patrimonio culturale ed artistico che c’è nelle Pievi, ma anche con
momenti di ristoro e benessere per il corpo. Vengono infatti proposte durante il tragitto
delle soste per ritemprarsi fisicamente.
D. – Dieci le Pievi che il cammino
permette di raggiungere. Che cosa rappresentano le Pievi in questo territorio, quello
della Carnia?
R. – Noi chiamiamo con il nome di “Pieve”, quelle antiche Chiese
che avevano due caratteristiche: il fonte battesimale ed il cimitero circostante.
Attraverso la rivisitazione di queste Pievi, vogliamo aiutare i pellegrini, i turisti,
chi può essere in cammino, a riscoprire le radici della fede e della testimonianza
di cultura e di vita cristiana nei nostri territori.
D. – Qual è la risposta
della gente all’iniziativa?
R. – Diciamo che c’è un buon flusso di persone
che fanno il percorso sia singolarmente, in coppia, ma anche in gruppi: gruppi di
catechisti che fanno gli esercizi spirituali itineranti e gruppi di cresimandi che
fanno alcune tappe. Soprattutto abbiamo voluto curare l’accessibilità per le famiglie,
il percorso è quindi facilmente praticabile anche per bambini. Direi che c’è una buona
risposta, chiaramente noi la alimentiamo anche attraverso un comitato del "Cammino
delle Pievi”, che segue costantemente lo svolgimento degli itinerari.
D. –
Ci sono anche delle serate?
R. – Durante le soste nelle Pievi abbiamo fatto,
per esempio, dei concerti, oppure qualche drammatizzazione sacra, quindi viene offerto
qualche momento specificatamente culturale, individuato e collocato lungo il cammino.
D.
– Questa iniziativa può essere una via di evangelizzazione per l’uomo di oggi, per
i giovani?
R. – Noi la riteniamo veramente tale, abbiamo creato un gruppo di
giovani che vengono preparati durante l’inverno, per poi essere presenti d’estate
in ogni Pieve per accogliere i pellegrini e spiegare un po’ quello che si trova nella
Pieve. C’è pertanto anche un insieme di persone coinvolte, i giovani vengono stipendiati
e tutti gli altri lavorano come volontari gratuitamente.