Riconciliazione in Kenya: la popolazione ha più fiducia nella Chiesa che nella politica
Il 53,4% della popolazione del Kenya ha più fiducia nella Chiesa che nella politica,
riguardo alla possibilità di creare un clima di riconciliazione nel Paese: è il risultato
che emerge da uno studio condotto dal Centro dei gesuiti per il sociale “Hakimani”,
a Nairobi. L’indagine, condotta da maggio a luglio in trenta regioni del Kenya, in
collaborazione con l’Hekima College-Istituto per la pace e la Commissione Giustizia
e pace della Conferenza episcopale locale, si è soffermata sulle conseguenze del tribalismo
per il sistema di governo nel Paese. Secondo lo studio, il 93% delle persone interpellate
afferma di provare un gran bisogno di riconciliazione a livello di identità e di appartenenza
etnica. Un’esigenza scaturita dalle violenze avvenute nel Paese tra il 2007 e il 2008,
in seguito alle elezioni presidenziali. Furono oltre mille i morti di quegli anni
e la società keniota ne uscì “disarticolata”, come ha spiegato l’autore dello studio,
Elias Mokua. “Questo desiderio di pace – ha aggiunto mons. Zacchaeus Okoth, presidente
della Commissione Giustizia e pace, presentando ufficialmente al pubblico i risultati
dell’indagine – crea un precedente affinché le prossime elezioni, in programma per
marzo 2013, si svolgano tranquillamente”. Tuttavia, ha aggiunto il presule, “resta
ancora molto da fare”, poiché “ci sono ancora vittime delle violenze del 2008 che
hanno bisogno di cure, ci sono gli sfollati che vivono ancora nei campi profughi,
ci sono uomini che conoscono chi ha violentato le loro mogli o chi ha ucciso i loro
cari”. Per questo, ha evidenziato mons. Okoth, “tutti continuano a reclamare giustizia
e la Chiesa crede sempre che un giorno giustizia sarà fatta, sia per le vittime che
per gli aggressori”. Di qui, l’appello del presule al “perdono reciproco”. Un’esortazione
che ha ricevuto il plauso anche dei musulmani del Kenya: lo sceicco Yusuf Abuhanza,
rappresentante dei musulmani di Nairobi, ha infatti ribadito che, grazie alla natura
della loro missione, le istituzioni religiose sono le più adatte a promuovere la riconciliazione
nel Paese. (I.P.)