Messa del Papa a Castel Gandolfo per l'Assunta. Mons. Liberati: corpo e anima sono
destinati all’eternità
La Chiesa celebra oggi la Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria: questa
mattina, alle 8.00, il Papa presiede la Santa Messa nella parrocchia di San Tommaso
da Villanova a Castel Gandolfo. A mezzogiorno, il tradizionale appuntamento dell’Angelus,
nel cortile del Palazzo Apostolico della cittadina laziale. Sul significato di questa
Festa, ascoltiamo mons. Carlo Liberati, vescovo-prelato e delegato pontificio
per il Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei. L'intervista è di
Marco Guerra:
R. – Con la
morte, la vita cambia aspetto, cambia modalità, è come una strada che continua con
un’altra esperienza. Questo è vero, anzi la nostra vita è così esaltata dopo la morte
che noi siamo destinati a entrare nella gloria, nella Risurrezione. Maria Santissima
in questo è un esempio straordinario perché Lei entra in questa esperienza prima di
noi: noi nella morte siamo irriconoscibili per una fase transitoria fino al giorno
della Risurrezione e veniamo anche umiliati nella polvere, nella corruzione del sepolcro;
questo non poteva essere il presente dopo la morte di Maria perché Lei era preservata
dal peccato originale, perché Lei era la madre di Cristo Redentore. Il modo in cui
Maria fu assunta in Cielo è quello proprio dell’eternità, del corpo che viene glorificato
e che non ha niente da spartire con la corruzione e la polverizzazione del corpo umano
fino al giorno della gloria.
D. - La solennità dell’Assunzione conferma l’impossibilità
di disgiungere il corpo e lo spirito nel percorso verso la salvezza…
R. – Noi
non potremmo mai essere separati. Dopo la morte c’è un periodo di transizione, che
è quello del sepolcro, ma poi siamo destinati alla ricomposizione. Siamo destinati
alla gloria, la gloria ci esalterà. La Madonna ha conosciuto subito questo. Nelle
apparizioni mariane – Fatima, Lourdes, Guadalupe, ecc. - avviene che i veggenti, interrogati
su quella Signora, hanno tutti detto che la bellezza della Madonna era indicibile
perché non poteva essere descritta, perché superiore, diversa. Quando è stato loro
mostrato un dipinto di Maria Santissima oppure una statua, hanno dato uno sguardo
sconsolato e hanno detto: no, era molto più bella! Perché c’era la “Doxa tou Theou”,
cioè il segno inconfondibile della gloria di Dio.
D. – Quindi la glorificazione
del corpo di Maria ci insegna a ripudiare ogni forma di umiliazione del corpo umano…
R.
- Il corpo, insieme all’anima, cioè la persona, è creato per la felicità definitiva.
Si pensi alla tristezza, all’umiliazione e al degrado della prostituzione, della schiavitù
sul lavoro, della perdita della libertà, della perdita dell’autonomia di pensiero,
di azione, delle soggezioni alle mode, alle consuetudini, ai miti del nostro tempo,
il mito del piacere ... Tutto questo non ha nulla da spartire con quello che ci aspetta
nell’eternità e quindi la glorificazione immediata dopo la “Dormitio” del corpo di
Maria ci insegna che essendo la nostra vocazione totalmente diversa dalle vicende
del mondo, i giovani devono capire che l’effimero va superato, che loro devono guardare
più in alto, non solo alle stelle del cielo e gli astri, ma devono reclinare il capo
nel silenzio della loro coscienza e del loro cuore, e cercare quei valori come la
pace, la serenità, l’equilibrio, la pazienza, la fortezza, la purezza interiore, che
non hanno tramonti ma che sono perenni e ci avvicinano allo splendore di Dio, alla
bellezza di Maria.
D. – Come viene onorata l’Assunzione al Santuario della
Madonna di Pompei?
R. - Con tutti i canti mariani espressi nelle lingue di
tutto il mondo cattolico. Se lei viene a Pompei sentirà tutti i più bei canti in tutte
le lingue che la Chiesa cattolica innalza alla Vergine Maria e che riempiono il nostro
Santuario. Cerchiamo di ricreare un clima di contemplazione, di raccoglimento, di
necessario silenzio al mistero dell’amore di Dio, come in quel giorno a Nazareth tra
Gabriele e Maria Santissima.
D. – Le forme di devozione e le celebrazioni che
accompagnano questa Solennità possono alimentare la fede del singolo e dell’intera
comunità cattolica?
R. – E’ difficile essere cristiani sul serio se non si
diventa anche mariani, con lo spirito di Maria: per essere cristiani bisogna saper
dire sì al Signore. La Madonna è la creatura che dice un sì totale, sempre, a Dio
che la chiama. I sacerdoti che conosco che recitano il Rosario sono i più zelanti,
i più miti, i più coraggiosi: in una parola sola sono più santi. Non credo che quel
Rosario sia estraneo. E’ uno strumento straordinario di perfezione.