Indonesia: chiusa la chiesa di San Giovanni Battista a Parung
Nel distretto di Parung, provincia di West Java in Indonesia, il 6 agosto i funzionari
della pubblica sicurezza (i Satpol PP), hanno messo i sigilli alla Casa di Preghiera
nella quale si riuniscono per le celebrazioni liturgiche oltre sei mila cattolici
che da circa sei anni usano con regolarità l’edificio. In una lettera, il parroco,
padre Aloysius Simbol Gaib Pratolo Pr, racconta che il tutto è dovuto all’opposizione
della zona. Come riporta l’agenzia AsiaNews, secondo padre Gaib, “tutte le procedure
sono state eseguite in modo corretto”, ma non è mai giunto “il sostegno del capo villaggio
di Waru”; inoltre il Forum per il dialogo interreligioso “continua a declinare l’invito
a firmare il documento”. L’iter per la costruzione di una chiesa in Indonesia è molto
lungo e può richiedere fino a 10 anni di tempo. La pratica poi per i cristiani si
complica particolarmente perché devono anche presentare una raccolta di un certo numero
di firme dei residenti dell’area in cui viene costruito l’edificio di culto, oltre
a quelle del Forum per il dialogo interreligioso, a cui fanno spesso seguito “non
meglio precisate motivazioni” che spingono i funzionari a bloccare i progetti, dietro
pressioni di movimenti islamici. Il parroco spiega che la comunità cristiana ha raccolto
centinaia di firme che autorizzano la costruzione dell’edificio, tra cui quelle di
13 capi villaggio nel distretto di Parung; manca però quella del capo villaggio di
Waru, fondamentale per ottenere il nulla osta, che denuncia come il blocco sia arrivato
appena venti minuti dal raggiungimento di una lettera di proroga, che avrebbe concesso
altro tempo per ottenere le autorizzazioni necessarie. Infine il sacerdote respinge
le accuse di “fomentare l’intolleranza”, affermando come un luogo di culto cristiano
“andrebbe a beneficio anche degli abitanti della zona”, a seguito del flusso permanente
di gente e delle conseguenti attività commerciali che potrebbero sorgervi intorno.
(L.P.)