Il Santuario mariano di Guardia Sanframondi si prepara alla festa dell'Assunta
Con l’approssimarsi della solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, nelle
comunità cristiane di tutto il mondo fervono i preparativi per festeggiare la ricorrenza
liturgica. Celebrazioni particolarmente sentite nei santuari mariani dedicati a Maria
Assunta come quello della Basilica Pontificia di Guardia Sanframondi, nel Beneventano.
Per conoscere gli antichi riti che ogni sette anni accompagnano i solenni festeggiamenti
e il rapporto dei guardiesi con la Madonna, Marco Guerra ha intervistato il
rettore del Santuario, padre Filippo Lonardo:
R. – I nostri
antenati hanno sempre avuto un amore particolare e filiale nei riguardi della Vergine
Assunta. E’ un legame antichissimo, perché l’unica chiesa parrocchiale era dedicata
alla Madonna Assunta. E’ un legame che si perde negli anni: già dal Medio Evo in
poi si può parlare di questo legame nei riguardi della Vergine Assunta del popolo
di Guardia. Soltanto nel 1950 è stato dichiarato Santuario mariano e poi nel 1989
è stata dichiarata anche Basilica Minore Pontificia.
D. – I cortei processionali
sono una manifestazione di spiritualità convinta e vissuta, che va al di là dell’aspetto
devozionale…
R. – Una cosa è la festa religiosa in onore della Vergine Assunta
che facciamo ogni anno. Poi ogni sette anni si tengono i nostri riti - riti penitenziali
- in onore della Vergine Assunta, durante i quali ogni rione presenta dei quadri che
riguardano la vita della Chiesa: vengono poi in chiesa due giorni e la domenica c’è
la grande processione con l’immagine della Madonna. I nostri riti settennali in onore
dell’Assunta sono ormai patrimonio dell’umanità, perché sono conosciuti in tutto il
mondo.
D. – Tradizione che si apre anche ai nuovi media. Le celebrazioni potranno
essere seguite infatti anche sulla vostra webtv?
R. – Sì, anche le celebrazioni
di Natale, di Pasqua, i grandi eventi vengono trasmessi attraverso il nostro sito:
ci sono tanti guardiesi, devoti della Madonna, che sono residenti in tante parti del
mondo. Lo facciamo soprattutto per loro, perché così si sentono più vicini al loro
paese natio.
D. – Quindi l’Assunzione diventa anche un momento di riscoperta
della vita comunitaria…
R. – La Festa dell’Assunta è la festa per eccellenza.
A Guardia la chiamiamo la Festa di Santa Maria: un titolo antichissimo e questo proprio
perché c’è un amore filiale nei riguardi della Madonna che è qualcosa di eccezionale,
qualcosa che è scritto nel Dna di ogni guardiese, ovunque si trovi a vivere per motivi
di lavoro o per altri motivi – anche soltanto se si trova in vacanza – sente questo
amore per la Vergine Assunta, che veneriamo. La Vergine Assunta ci richiama un poco
alla nostra dimensione finale: quale sarà la nostra sorte futura come Maria, assunta
in cielo in anima e corpo, un giorno anche per ciascuno di noi avverrà la stessa cosa.
D. – I guardiesi si affidano a Maria...
R. – E’ veramente una cosa
incredibile! Anche quando dicono l’Ave Maria, usano l’espressione “Santa Maria, Mamma”:
la chiamano Mamma! Io sono guardiese e quindi sento il bisogno di trasmettere questa
gioia interiore che ci fa sentire veramente figli di Maria. Possiamo quasi dire “Io
credo come Maria, io credo come la Chiesa”.
D. – La Festa dell’Assunzione
richiama, appunto, questa purezza dell’anima e del corpo: che messaggio si vuole mandare
ai giovani che si approcciano a questa solennità?
R. – Un messaggio di una
semplicità unica. Nel nostro mondo occidentale stiamo dividendo un po’ troppo le due
cose: l’uomo è fatto di anima e corpo e queste due realtà sono un’unità presente in
ciascuno di noi e rendono - insieme - la persona umana per quello che è. Quindi la
dimensione del corpo e la dimensione dell’anima non vanno separate: è necessario salvarsi
sia nel corpo che nell’anima e la Madonna ci richiama a non dividere le due cose,
cosa invece che succede molto facilmente nel mondo occidentale: occorre riscoprire
l’identità della nostra natura sia umana che spirituale. Questo richiamo forte della
Festività dell’Assunta fa sì che noi viviamo in questo mondo, ma sapendo che siamo
in cammino verso la patria eterna, dove Maria - assunta in cielo - diventa segno di
consolazione e di sicura speranza.