Musica d'estate: al via a Pesaro il Rossini Opera Festival
Inaugurato venerdì sera al Teatro Rossini di Pesaro il 33.mo Rossini Opera Festival
– che prosegue fino al 23 agosto - con un nuovo e suggestivo allestimento di Ciro
in Babilonia, dramma sacro praticamente sconosciuto del quale è stata portata
a termine l’edizione critica, in cui vicende bibliche, storiche e di fantasia si fondono
nel restituire al pubblico la meraviglia e il piacere di un ascolto inaspettato, grazie
alla felice direzione orchestrale di Will Crutchfield e all’originale regia di Davide
Livermore. Il servizio è di Luca Pellegrini:
“Or stanco Iddio
di tollerarti omai, t’annunzia la pena meritata: il nuovo sol a nascer non vedrai,
fian l’arme tue sconfitte e tu morrai”: il profeta Daniello appare in uno squarcio
di mura che s’aprono tra dune di sabbia mentre l’empio Baldassarre riceve la tragica
profezia nel corso del famoso banchetto. Ciro con le sue schiere persiane arriverà
per compierla, conquistando Babilonia. Il ventenne Rossini, esattamente duecento anni
fa, iniziava a Ferrara la sua carriera d’operista serio con un libretto aulico e biblico
che l’oggi sconosciuto Francesco Aventi gli aveva fornito, condensando parti del Libro
di Daniele, di fatti storici noti e di convenzioni teatrali disseminate di affetti,
passioni, fedeltà, eroismi. “Rancidissime risorse” le avrebbe chiamate un rancoroso
critico quattro anni più tardi. Che in mano, però, a Davide Livermore si rivelano
del tutto funzionali grazie a un espediente rischioso e fantasioso, ossia il ricorso
al cinema muto. Che irrompe nella messinscena, ricreando un passato di fantasia e
meraviglia.Le posture dei personaggi dei grandi kolossal storici e biblici
di ieri diventano quelle dei cantanti di oggi, Cabiria e La caduta di Troia
di Pastrone, o l’episodio babilonese di Intolerance di Griffith, offrono fondali
in movimento o immagini monumentali e creano una tridimensionalità nella quale è assorbito
il pubblico del cinema in scena in cui a sua volta si immedesima quello dell’opera
in sala. Uno spettacolo felicissimo, calibrato a misura, tutto giustamente in bianco
e nero, un nuovo kolossal biblico che è stato applaudito con entusiasmo. Ovazioni
che hanno accompagnato anche la straordinaria resa vocale del contralto polacco Ewa
Podleś nei panni di Ciro, eroica, energica, umanissima nelle sue emozioni.Splendidi
momenti musicali della partitura non mancano e un senso di irreparabile disfatta,
di sotterraneo terrore e di inutile vendetta assale l’anima di Baldassare, prima che
il grande tempio-mostro di Cabiria, il Moloch, diventi il luogo in cui precipita
l’empio re degli Assiri, che aveva sfidato l’Altissimo.