Malta. Anche i laici del “Movimento Cana” contrari alla legge sulla fecondazione in
vitro
Dicono no alla proposta di legge sulla fecondazione in vitro (Ivf), attualmente in
discussione in Parlamento, i laici del “Movimento Cana”. L’organizzazione di volontari
è patrocinata dalla Chiesa cattolica di Malta ed ha l’obiettivo di sostenere ed aiutare
i coniugi nel loro percorso matrimoniale e familiare. La presa di posizione dei laici
arriva a pochi giorni dalla Lettera pastorale dei vescovi locali, in cui si ribadiva
che “ogni tecnica che sostituisce l’atto coniugale personale non rispetta la dignità
della persona umana e dell’unione matrimoniale e quindi non è accettabile”. Forte,
inoltre, la preoccupazione della Chiesa maltese per il congelamento o la selezione
degli embrioni, tecniche contrarie al principio di difesa della vita umana e della
sua dignità. Sulla stessa linea, si pone ora il “Movimento Cana”: in una nota ufficiale,
pubblicata sul sito Internet della Chiesa maltese, si ribadisce innanzitutto che “l’uomo
non è un prodotto o un oggetto” e che “la vita umana merita tutela e protezione sin
dal primo istante del concepimento”. Di qui, il richiamo alla necessità di “aiutare
quelle coppie che hanno un problema di infertilità” per far sì che comprendano che,
anche se non hanno figli, “la loro missione non è fallita e non sono da meno rispetto
alle altre famiglie”. Evidenziando, poi, come “i bambini siano sempre un dono”, il
“Movimento Cana” sottolinea che, dove è entrata in vigore, l’Ivf “ha aperto la strada
all’aborto”, il che significa che “non tutto ciò che è tecnicamente e clinicamente
possibile è eticamente e moralmente accettabile”. Tale principio, però, non implica
che “la scienza è contro la fede”, anzi: esse “possono camminare insieme”. E quindi,
in linea con la Chiesa maltese, il “Movimento Cana” esorta gli scienziati a continuare
ricerche e studi che possano offrire alle coppie sterili “soluzioni moralmente ed
eticamente sane, come avviene per la pianificazione naturale della famiglia”. Infine,
i laici concludono la loro nota ponendo l’accento sul fatto che “qualsiasi intervento
medico deve sempre proteggere il benessere della persona umana, l’unità del matrimonio
e della famiglia, insieme alla dignità e alla bellezza della sessualità umana” (A
cura di Isabella Piro)