2012-08-10 14:56:23

Olimpiadi: imprese di Bolt e Rudisha. Il vescovo kenyano di Nyahururu: lo sport unisce al di là di ogni differenza


Oggi penultimo giorno di gare alle Olimpiadi di Londra che termineranno domani. L'altro ieri altra storica impresa del velocista giamaicano Usain Bolt, che - con l’affermazione nei 200 metri piani – diventa il primo a vincere quattro ori individuali nella velocità. Nel mezzofondo, invece, record mondiale e oro negli 800 metri per il kenyano David Rudisha. Ma l’atletica, soprattutto nei Paesi africani, può avere un ruolo importante anche dal punto di vista politico e sociale? Davide Maggiore lo ha chiesto a mons. Luigi Paiaro, vescovo emerito di Nyahururu in Kenya:RealAudioMP3

R. – La risposta è “sì”! E’ uno dei mezzi più forti – per quanto mi riguarda – per mettere assieme i giovani, perché sono loro che si lasciano influenzare molto dai politici, che li dividono. Lo sport è certamente uno dei mezzi che dovremmo coltivare di più, qui in Kenya. E di fatto, qui, dove sono io, a Nyahururu, ci sono gli atleti che si allenano perché questo è uno dei posti più alti del Kenya: siamo a 2.350 metri. Qui i ragazzi che vedo sono molto uniti tra loro: non importa loro la differenza etnica. Il secondo punto, invece, dove forse gli allenatori hanno mancato e mancano, appare chiaro – ad esempio – dalla vicenda del maratoneta delle ultime Olimpiadi, Samuel Wanijru, che poi è morto: lui era stato un mio chierichetto; poi, purtroppo, si è "rovinato" con i soldi. Questi ragazzi devono essere un po’ guidati, qualcuno deve parlare loro …

D. – In altri casi, però, questi atleti possono essere anche d’esempio per i ragazzi …

R. – Questo esempio attira molto i ragazzi, tanto è vero che io lo vedo qui: quando questi atleti si allenano aumentano anche i ragazzi che si allenano; io li vedo molto uniti tra loro e si aiutano anche nella corsa e nelle diverse discipline. Bisognerebbe dare anche allo sport un’apertura molto sociale, dando una visione dello sport un po’ più ampia. Non è che qualcuno vince, porta a casa i soldi che ottiene e con questo il discorso è chiuso; bisognerebbe che continuassero ad essere seguiti per dare loro anche un senso di appartenenza al Kenya, non soltanto alla tribù.

D. – Questa attenzione al Kenya da parte dei mezzi di comunicazione, anche mondiali, per ragioni sportive, può aiutare a riportare l’attenzione su altri aspetti?

R. – Questo coinvolgimento mondiale, questa attenzione del mondo sul fatto che il Kenya emerge nello sport, certamente influisce anche sugli adulti e certamente influisce sul governo: infatti, devono essere molto attenti perché ci tengono ad avere l’attenzione incentrata su di loro, ma questa attenzione richiede anche responsabilità da parte dei politici. Comunque, si respira un po’ di tensione perché adesso i Giochi finiranno, gli atleti torneranno a casa e allora l’attenzione tornerà a rivolgersi alla politica. Lo sport deve certamente influenzare in termini positivi anche i politici.

Ultimo aggiornamento: 11 agosto 2012







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