Celebrazioni ad Assisi per la chiusura dell'ottavo centenario di Santa Chiara
Oggi, nella memoria liturgica di santa Chiara di Assisi, si chiude ufficialmente l’ottavo
centenario dedicato a questa luminosa figura. 800 anni fa Chiara fuggiva dalla casa
paterna verso la Porziuncola per consacrare tutta se stessa a Dio, sui passi di san
Francesco. Ieri sera veglia di preghiera nel santuario di san Damiano, mentre oggi
nella Basilica di santa Maria degli Angeli il ministro generale dei Frati minori,
padre José Rodriguez Carballo presiederà una solenne celebrazione eucaristica. Sul
significato di questo centenario Paolo Ondarza ha intervistato suor Maria
Chiara Cavalli, clarissa del Monastero di sant’Agnese a Perugia:
R. – Ricordare
un centenario – otto secoli, nel nostro caso – è fare memoria delle proprie radici,
riandare alla grazia delle origini, a quel flusso dello Spirito che è uno Spirito
eterno in cui anche noi viviamo e a cui possiamo attingere.
D. – Ottocento
anni è una distanza temporale significativa, eppure Santa Chiara resta ancora tanto
attuale…
R. – Chiara di Assisi è una donna bella; bella della bellezza di chi
ha incontrato Dio ed è vissuto di Lui, aprendo così ad altri una via da percorrere.
Guardando a lei, anche in questi nostri giorni così ricchi di novità, possiamo incontrare
il Figlio di Dio nel quale siamo resi figli, fratelli e madri. Chiara dice, in una
lettera ad una sua sorella: “Conterrai Colui che i cieli non possono contenere”. Per
abbracciare tutto, Chiara si fa accoglienza del Signore Gesù come Maria, per portare
Gesù – l’amore che redime e salva – ad ogni persona. Anche oggi, tutti cercano un
senso all’esistenza, una risposta alla domanda, alle domande che comunque, sempre
ci tormentano. Le circostanze personali e sociali ci interrogano; prima o poi incontriamo
il dolore. Guardando a Santa Chiara, incontrandola nei monasteri, nelle Clarisse,
possiamo intuire una via verso il Cielo, scoprire quell’amore che da sempre cerchiamo
e per il quale siamo fatti.
D. – La fuga notturna di Santa Chiara verso la
Porziuncola, avvenuta 800 anni fa, non ha cambiato la vita solo di questa donna, ma
ha cambiato la vita di un numero straordinario di persone. Ancora oggi, tante donne,
tante ragazze scelgono di seguire Santa Chiara in una “via” controcorrente per i nostri
giorni, che è quella della clausura: questa è anche la sua scelta, suor Maria Chiara.
Che cosa spinge a fare questa scelta?
R. – E’ una scelta di amore: si può capire
solo in questa ottica. Se siamo intelligenti, cioè leggiamo dentro le pieghe della
nostra storia, di questa storia dell’epoca in cui viviamo, dell’epoca del trionfo
della tecnica e dell’informatica, della scienza che sembra risolvere tutti i nostri
problemi, ci accorgiamo che invece tutto grida verso un oltre. Come raggiungere il
cuore degli uomini, i nostri fratelli più tormentati di ogni luogo della terra? L’indifferenza
che sembra così dilagante, non ci appartiene, in verità. Siamo fatti per incontrare
l’amore, il perdono, la misericordia, per noi e per tutti, nell’abbraccio della comunione
dei Santi. Proprio per questo Chiara c’è, oggi come ieri. Vieni e vedi: non riesco
a dire diversamente. Vieni e vedi, perché solo incontrando le clarisse, solo leggendo
gli scritti di Chiara si può intuire questo grande mistero che può spaventare, forse,
ma in realtà è a misura di persone; direi che realizza pienamente l’umano.