Thailandia: alla sbarra i leader delle "Camicie rosse", autori della protesta del
2010
E’ iniziato ieri a Bangkok, in Thailandia, il processo ai leader del movimento delle
cosiddette ‘Camicie rosse’. Il gruppo, fedele all’ex primo ministro in esilio, Taksin
Shinawatra, capeggiò le violente manifestazioni di piazza antigovernative e antimonarchiche
nella primavera del 2010. Gli scontri con le forze dell’ordine provocarono oltre 90
morti. Ma che significato ha avuto quel periodo per la recente storia thailandese?
Giancarlo La Vella lo ha chiesto al giornalista Stefano Vecchia, raggiunto
telefonicamente a Bangkok:
R. – Poteva
rappresentare un momento di svolta, in realtà ha approfondito una crisi già presente
nel Paese. La Thailandia si è trovata ancora più divisa tra una parte della popolazione
di estrazione rurale, in buona parte rappresentata dalle 'Camicie rosse', che a loro
volta fanno riferimento a Taksin Shinawatra, l'ex primo ministro, che adesso vive
in un dorato esilio, e l’altra parte del Paese, che è quella delle elite urbane filo-monarchiche
e nazionaliste, che cercano di mantenere in questa Nazione, profondamente feudale,
uno status quo che però ormai mostra tanti limiti.
D. – Sono istanze che ancora
permangono all’interno della società thailandese?
R. – Assolutamente sì, anche
se con molte difficoltà ad esprimersi. Una battuta che circola spesso tra noi corrispondenti
esteri a Bangkok è che questo Paese non riesce a vivere una 'primavera araba' per
la mentalità di sopportazione profondamente radicata e anche di ispirazione buddhista.
C’è da un lato una certa accondiscendenza verso il potere e dall’altro il timore.
Qui non esiste una società civile forte, determinata, e quindi la mancata abitudine
a rivendicare in modo forte le proprie istanze fa sì che tutto piano piano si perda.
C’è stata questa fiammata quasi rivoluzionaria, però da allora la situazione si è
relativamente calmata. Le istanze restano ed emergono sporadicamente in un modo anche
abbastanza evidente. Il governo attuale, che in qualche modo ha usato le 'Camicie
rosse' per andare al potere, ha cercato di calmierare la situazione, da un lato accontentando
le elite tradizionali, in modo che non fossero intimidite dalla possibile reazione
della base popolare rurale, e dall’altro ha cercato di raffreddare gli animi, concedendo
una serie di facilitazioni economiche alle vaste aree sottosviluppate di questo Paese.