L’arcivescovo di Dublino: urgente in Irlanda una formazione alla fede degli adulti
Un ulteriore stimolo a dare una risposta alla domanda attuale di educazione alla fede.
Così l’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, commenta i risultati del sondaggio
Global Index of Religion and Atheism, condotto in Irlanda, secondo il quale solo il
47% degli irlandesi si considerano persone "religiose", con un calo del 22% rispetto
al 2005. “La Chiesa cattolica non può semplicemente supporre che la fede venga trasmessa
automaticamente tra le generazioni e che questo basti a farla vivere appieno ai fedeli
- è l’allarme che lancia – la Chiesa irlandese è troppo indietro rispetto ad altre
Chiese europee nell’affrontare la questione relativa alla formazione delle persone
alla loro fede”. Secondo il presule, l’enfasi è stata troppo spesso posta sul tema
dell’educazione religiosa nelle scuole, trascurando il bisogno di educazione alla
fede degli adulti. “Per educazione religiosa – ha spiegato – intendo un’educazione
di qualità, che abbracci tematiche con cui uomini e donne adulti vengono a contatto
e con le quali devono confrontarsi da cristiani nel mondo di oggi che cambia velocemente”.
Uno strumento utile e arricchente, in realtà, esiste, anche se “la sua applicazione
è stata molto ritardata e non è ancora entrato nel catechismo popolare né nella vita
parrocchiale”: si tratta delle direttive nazionali per la catechesi elaborate qualche
anno fa dalla Conferenza episcopale irlandese, “Condividere la Buona Novella”. Mons.
Martin, infine, invita tutta la Chiesa d’Irlanda a cogliere l’ormai imminente Anno
della Fede indetto da Benedetto XVI – che si aprirà a ottobre – come un’ulteriore
occasione di rinnovamento spirituale, quale è già stato il Congresso Eucaristico da
poco concluso, e un momento di riscoperta della propria fede in Cristo, così da raccogliere
le sfide della modernità e testimoniare al Paese di domani la speranza nella salvezza
che è solo Gesù. (A cura di Roberta Barbi)