Numerose iniziative per la fine delle celebrazioni dell'ottavo centenario della consacrazione
di Santa Chiara
Sono molte le iniziative promosse in questi giorni in vista dell'11 agosto, memoria
di Santa Chiara d’Assisi, e giorno della conclusione delle celebrazioni per l’ottavo
centenario della sua Consacrazione. Tra queste, l'inchiesta del quotidiano on line
“La Perfetta Letizia” sui monasteri clariani di oggi. Un viaggio che ha attraversato
tutta l'Italia. Sono una decina le storie raccontate e non mancano le curiosità. Benedetta
Capelli ne ha parlato con Monica Cardarelli, redattrice de “La Perfetta
Letizia”:
R. - In questo
momento, per la chiusura del centenario, volevamo constatare con mano l’eredità di
Santa Chiara e quindi vedere come vivono oggi le clarisse il suo carisma; vedere come
concretamente viene vissuta, ad esempio, la clausura o il grande senso di apertura
al mondo che aveva Chiara, o ancora l’attenzione alle relazioni.
D. - Chi
è oggi - se dovessi definirla - la clarissa del 2012?
R. - Sicuramente una
donna molto concreta, che è attenta alle relazioni e prima fra tutte la relazione
con il Signore, poi la relazione con le sorelle e con gli altri. Secondo me, oggi
la clarissa è una donna molto attenta alla concretezza, molto aperta all’accoglienza
e all’ascolto dei bisogni dei fratelli.
D. - In un mondo globalizzato, com’è
quello di oggi, come spiegare ai giovani la scelta di diventare una clarissa?
R.
- Ti rispondo con alcune parole proprio delle clarisse che dicono “non nonostante
la clausura, ma grazie alla clausura” riescono ad essere vicine ad ogni uomo e ad
ogni donna, che bussa al loro monastero. Vivere in clausura, fare una scelta così
forte e così definitiva ha per loro una valenza anche sociale: in questo modo, vivendo
il Vangelo, riescono - un po’ come ha fatto 800 anni fa Chiara - a vivere anche una
scelta molto forte, ma a fare anche una scelta sociale. Quindi non sono lontane dal
mondo, non sono estranee al mondo, ma sono molto, molto vicine. Magari frequentando
o visitando anche solo un monastero, ci si può render conto di questa cosa: le Clarisse
sono molto vicine al mondo di oggi, non sono isolate e non sono fuori dal mondo.
D.
- Oggi qual è l’attualità del messaggio di Chiara?
R. - Sicuramente una grande
accoglienza, una grande sensibilità e penso che attraverso le clarisse di oggi si
continui a vivere un po’ il carisma di Santa Chiara, ma quell’aspetto forse materno
e femminile che era proprio di Chiara: appunto l’ascolto, l’accoglienza, la vicinanza,
l’essere presente, l’essere presente proprio concretamente. Io mi ricordo di aver
letto negli Atti del processo di canonizzazione di Santa Chiara alcune testimonianze
delle altre sorelle che raccontavano come lei durante la notte coprisse le altre donne
per non fargli prendere freddo, oppure che le abbracciava nei momenti di particolare
stanchezza: questo aspetto molto semplice, molto diretto, molto concreto, molto materno
penso che si possa ritrovare anche nelle Clarisse di oggi. In una società come la
nostra, dove si corre, dove non c’è tempo per fermarsi e per ascoltare l’altro, i
monasteri di clarisse possono essere veramente dei riferimenti e non sono dei riferimenti
isolati, sono molto presenti nel momento storico e nel luogo in cui vivono.