Malta. I vescovi: no alla fecondazione in vitro, salvaguardare vita e unione coniugale
“La pratica della fecondazione in vitro (Ivf) non può essere moralmente giustificata
in alcun modo e in alcuna circostanza. Il fine non giustifica i mezzi”. Così, in sintesi,
scrivono i vescovi di Malta e Gozo, mons. Paul Cremona e mons. Mario Grech, in una
Lettera pastorale pubblicata nei giorni scorsi ed intitolata “Celebrare la vita umana”.
La missiva episcopale arriva nel momento in cui il Parlamento maltese sta discutendo
una legge per introdurre nel Paese l’Ivf. In particolare, i presuli chiedono che la
futura normativa sulla fecondazione in vitro “non sia moralmente sbagliata” e si basi
almeno sul rispetto di tre valori principali: il valore della vita umana che va “salvaguardata
dal concepimento e fino alla morte naturale”; il valore dell’unità coniugale, il che
esclude un donatore esterno alla coppia, poiché la sua presenza infrangerebbe la fedeltà
degli sposi; e il valore della sessualità umana all’interno del matrimonio, poiché
“il concepimento di una nuova vita” deve essere “un dono”, il risultato di un atto
d’amore coniugale. La Chiesa di Malta, poi, leva un appello per la difesa degli embrioni
che spesso “vengono sacrificati e strumentalizzati per far nascere un bambino”: la
loro selezione “lede la dignità umana” e il loro congelamento “non è una soluzione
accettabile”, poiché “l’embrione, anche congelato, è ancora in possesso di diritti
inalienabili”. Attraverso il congelamento degli embrioni, quindi, “l’umanità sta creando
nuovi orfanotrofi”, mentre il loro “sacrificio per il bene della nascita di un figlio”
rappresenta “la distruzione diretta di una vita umana innocente”, “un aborto procurato”.
L’auspicio dei vescovi, dunque, è che la scienza trovi una soluzione che, “senza sostituire
l’atto coniugale, assista i processi di fertilità della coppia” e non sfrutti i coniugi
“psicologicamente o finanziariamente”. Anzi: la Chiesa maltese chiede “uno studio
scientifico serio per quanto riguarda le cause e la prevenzione della sterilità”,
nell’ottica di una scienza che sia “al servizio autentico dell’umanità”. I vescovi
maltesi esprimono inoltre vicinanza e solidarietà ai coniugi senza figli, sottolineando
che la loro infertilità non implica “il fallimento della loro missione come coppia
di sposi”. E vicinanza viene espressa dai presuli di Malta e Gozo anche per i coniugi
che “hanno superato i problemi di infertilità attraverso l’adozione di un bambino”,
dimostrando così “una generosità esemplare”. Infine, mons. Cremona e mons. Grech sottolineano
che “la Chiesa è l’istituzione che favorisce la vita più di ogni altra istituzione
in tutto il mondo”; essa insegna che “la vita umana non è un prodotto che può essere
modellato, costruito usato e messo da parte” e “ribadisce con forza il suo sì alla
vita, soprattutto quando si tratta dei più deboli”, come i bambini. (A cura di
Isabella Piro)