Siria: assedio ad Aleppo, Assad rafforza il controllo di Damasco
Ancora combattimenti in Siria, mentre il segretario di Stato americano, Hillary Clinton,
annuncia che sarà ad Istanbul la prossima settimana per discutere della crisi. Dopo
le notizie secondo cui la battaglia di Damasco avrebbe preso di mira anche il palazzo
presidenziale, le forze fedeli ad Assad hanno rafforzato le posizioni nella capitale.
Ancora incerta invece la situazione sul fronte di Aleppo, dove i combattimenti si
concentrano nel quartiere di Salaheddine. La città continua ad essere pesantemente
bombardata dall’esercito governativo. Davide Maggiore ha raccolto la testimonianza
del giornalista, Cristiano Tinazzi, raggiunto telefonicamente a pochi chilometri
da Aleppo:
R. - Ieri -
a 15-20 chilometri da Aleppo - siamo andati in un villaggio, dove gli elicotteri -
qui dicono dei Mig - hanno bombardato “a casaccio”. C’è stato un morto e quattro feriti
in due distinti bombardamenti. Hanno colpito una casa e un negozio… C’era gente che
urlava non contro l’esercito di Assad, ma contro i miliziani dell’esercito di liberazione
siriano, perché li accusano di essere entrati in questo villaggio che è sempre stato
neutrale tra le due parti e di aver quindi causato la reazione dell’esercito governativo.
La situazione varia da zona a zona ed è una situazione che, comunque, vede morire
per la maggior parte sempre i civili, gente che non c’entra niente e che finisce in
mezzo al fuoco tra i due fronti.Adesso ad Aleppo la situazione è in una sorta
di stallo, in attesa che l’esercito governativo faccia un nuovo attacco: ormai pare
sia questione di qualche giorno o qualche ora. Il numero dei carri armati che ha mandato
l’esercito è altissimo: ci sono circa 500 carri armati posizionati all’interno della
città e circa 7 mila soldati. L’attacco di terra dovrebbe quindi essere imminente.
Comunque di notte continuano a bombardare e almeno 2-3 colpi di artiglieria al minuto
cadono sulla città e si sentono passare continuamente elicotteri d’attacco dell’esercito
governativo.
D. - Per quanto riguarda i ribelli, invece, cosa accade? R.
- Lì sono tutti pronti. Il problema è che i ragazzi - perché la maggior parte sono
tutti giovani - dell’esercito di liberazione siriano hanno armi leggere e quindi se
l’esercito dovesse attaccare in grande stile sarebbe un massacro, perché alla fine
la maggior parte dei morti sono civili!
D. - E, appunto, si parla anche dell’impiego
di aerei e di elicotteri da combattimento...
R. - Quelli che hanno colpito
ieri il villaggio a pochi chilometri da Aleppo erano - a quanto dicono gli abitanti
- due Mig, che hanno lanciato missili su abitazioni. Fino a ieri sera si sentivano
i rotori, le pale degli elicotteri. L’esercito governativo sta usando qualsiasi mezzo
per frenare l’avanzata dei ribelli, per contrattaccare e cercare di “buttarli fuori”
dalla seconda città più importante della Siria.
D. - La situazione sul campo
qual è? Chi ha il controllo della città in questo momento?
R. - Da quello che
ho capito siamo, più o meno, in una situazione di stallo e di parità. L’esercito di
liberazione siriano controlla diversi quartieri popolari, arrivando fin quasi alla
cittadella di Aleppo, la parte più antica, mentre l’esercito siriano è schierato in
diversi punti. Ci sono diversi fronti di battaglia: non ce n’è solo uno all’interno
della città. Da quello che ho potuto notare nelle campagne che circondano Aleppo,
la zona è totalmente sotto controllo delle forze ribelli e in queste zone non c’è
assolutamente alcuna presenza dell’esercito: tutti i check-point e i posti di Polizia
sono stati conquistati e saccheggiati e ci sono centinaia, centinaia di ragazzi miliziani
che hanno imbracciato le armi e che - a turno - si recano ad Aleppo per dare una mano
e per sostituire i combattenti stremati dalla battaglia.
D. - Quali sono le
condizioni dei civili, invece?
R. - Circa 200-300 mila persone sono scappate
da Aleppo. La gente è disperata, perché mancano l’acqua e i beni di prima necessità,
soprattutto la benzina perché adesso è arrivata a circa due dollari al litro. E' una
situazione che varia da villaggio a villaggio e chiaramente tutti stanno aspettando
di vedere cosa succederà nei prossimi giorni ad Aleppo.