Una settantina di vescovi amici dei Focolari in visita al paese della Beata Chiara
Luce Badano
E’ in corso a Forno di Coazze, in provincia di Torino, l’incontro estivo dei vescovi
e di alcuni cardinali, amici del Movimento dei Focolari: una settantina i partecipanti
provenienti da Europa, Asia, Africa e America. L’obiettivo è approfondire la spiritualità
di comunione promossa da Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, attraverso momenti
di riflessione e di condivisione della vita. In programma anche una visita a Sassello,
il paese di Chiara Luce Badano, una giovane del Movimento proclamata beata nel settembre
2010. Ma che cosa significa per un vescovo vivere l’esperienza di questi giorni? Adriana
Masotti lo ha chiesto a mons. Alberto Taveira Correa, arcivescovo di Belem
do Parà, in Brasile.
R. – I vescovi
hanno nella propria vocazione la dimensione della collegialità, il che vuol dire assumere,
in comunione con il Papa, le responsabilità delle proprie diocesi. Tutte le esperienze
di unità e di collegialità fanno bene al vescovo, e quando ci troviamo ogni anno per
dieci giorni diventa un momento di scambio e di arricchimento della nostra esperienza
pastorale. Tutti noi torniamo alle nostre diocesi con una nuova disposizione, per
servire le nostre Chiese. Noi siamo chiamati ad uscire dalle nostre Chiese per fare
questo ritiro, questo incontro e sentiamo che quando torniamo siamo rinnovati, meglio
disposti al lavoro pastorale.
D. – Tema centrale di meditazione e di condivisione
del vostro incontro è “La presenza di Gesù nel fratello”. A parlarne è venuta da voi
la presidente del Movimento, Maria Voce. Qual è la sua impressione sulle cose ascoltate?
R.
– La mia impressione è positiva. Maria Voce ci ha parlato della presenza di Gesù nel
fratello. Secondo la spiritualità, è uno dei punti più importanti della spiritualità
e dell’unità del Movimento dei Focolari. Ha presentato questi temi con una grandissima
chiarezza e ha fatto bene a tutti i vescovi, perché la presenza di Gesù nel fratello
è indicata nel Vangelo e poi tutta la teologia della Chiesa, il Concilio Vaticano
II ribadiscono la presenza di Gesù nel fratello. Così siamo stati spinti a lavorare
di più perché si riconosca la presenza di Gesù e la carità possa crescere tra di noi.
D.
– La presenza di Gesù nel fratello non è, appunto, una novità, come lei diceva. Ma
che cosa può cambiare nella vita di un cristiano, in particolare di un vescovo, se
vedere Gesù in ogni prossimo diventa un comportamento costante?
R. – E’ un’anima
nuova, perché nasce una nuova mistica del riconoscimento di questa presenza, dell’avvicinamento
delle persone. Infatti, oggi il ministero del vescovo è soprattutto il ministero del
rapporto dell’avvicinamento delle persone, dell’inizio di questi rapporti, del fare
il primo passo; e cambia nel senso di una qualità migliore del rapporto con le persone.
D.
– Lunedì prossimo sarete in visita al Paese natale di Chiara Luce Badano, una giovane
del Movimento proclamata beata nel settembre 2010. Perché avete pensato a questa iniziativa?
R.
– Pensiamo che sia importante approfondire la conoscenza dei luoghi in cui ci siamo
riuniti: abbiamo fatto una visita a Torino, con la sua storia e quella dei Santi di
questa città; abbiamo visitato una comunità viva in cui la spiritualità del Movimento
è cresciuta; e dobbiamo approfittare della grazia di avere la possibilità di andare
a Sassello per visitare i luoghi di Chiara Luce Badano, perché così possiamo vedere
un testimone che la Chiesa ha riconosciuto: una giovane che è anche patrona dei giovani.
Per noi, che prepariamo la Giornata mondiale della gioventù in Brasile è importante
perché è stata riconosciuta come uno dei punti di riferimento per la Giornata. Anche
il Papa ha citato spesso Chiara Luce Badano …