2012-08-04 18:10:52

In Siria la battaglia infuria ad Aleppo, contesa tra ribelli e forze governative


In Siria la battaglia dilania la città di Aleppo, dove le forze governative e i ribelli si confrontano dalla notte scorsa: si parla di una decina di morti. Vittime anche a Damasco che ormai sembrerebbe sotto il totale controllo dell’esercito del presidente Assad. In questo momento violenti scontri sono in corso in alcuni quartieri della parte ovest della capitale, nei pressi degli uffici del presidente Assad. Non si hanno intanto notizie di 48 pellegrini iraniani che a bordo di un pullman, mentre si recavano all’aeroporto della capitale, sono stati fermati e rapiti da uomini armati. Il sequestro è stato confermato dal console iraniano a Damasco. E’ stato invece ucciso Mohammad al-Saeed, noto presentatore della tv di stato siriana, rapito a metà luglio a Damasco. L’uomo sarebbe stato assassinato da un gruppo ribelle perché considerato sostenitore del regime. L’Unicef intanto lancia l’ennesimo allarme: il peso maggiore di questa tragedia è sui bambini, che stanno pagando anche con la vita ciò che accade nel loro paese.
Francesca Sabatinelli ha raggiunto telefonicamente il giornalista Cristiano Tinazzi, che da ieri si trova nei pressi della cittadina siriana: RealAudioMP3

R. – Ieri sera era distinto il continuo martellamento delle forze di artiglieria governative, che hanno bombardato per tutta la notte le zone controllate dai ribelli. Da stamattina, presto, hanno iniziato a volare gli elicotteri diretti verso la città, dove hanno scaricato il loro carico di morte. Quindi, la situazione per il momento è di stabilità sul fronte, nel senso che nessuno dei due avanza, però l’esercito governativo sta martellando indefessamente, giorno e notte, le postazioni dei ribelli.

D. – Ma Aleppo non era quasi totalmente controllata dai ribelli?

R. – Dicevano il 60%, ma credo che siano intorno al 50%, un rapporto di parità. Il punto è che che tutte le campagne attorno alla città, dove mi trovo io ora, sono ormai controllate dalle forze dell’esercito ribelle. Soldati non se ne vedono più, check-point neanche … la zona qui è stata completamente liberata ed è una zona che va da Aleppo fino al confine con la Turchia.

D. – Il confine con la Turchia è quello che tu hai oltrepassato ieri per entrare in Siria: che cosa hai visto sul tuo cammino?

R. – Prima mi sono imbattuto in un campo profughi che si trova a ridosso del confine turco-siriano, dove ci sono 12 mila profughi e tramite il loro aiuto sono arrivato a pochi chilometri dal posto ufficiale di frontiera. Insieme a due ragazzi, nel tardo pomeriggio siamo, attraverso i campi, riusciti ad entrare in Siria. Questo è un tragitto che compiono spessissimo centinaia di persone per poter scappare o entrare o portare beni di ogni tipo, senza passare ufficialmente dal confine turco. La cosa che ho notato in queste poche ore è che comunque i combattenti – almeno quelli che ho visto io – sono tutti ragazzi molto giovani: vanno dai 18, 19 ai 25-26 anni, alcuni di loro sono soldati disertori, ma tutti sono motivatissimi. Hanno la assoluta volontà di prendere Aleppo, dicono. Bisognerà vedere se poi i continui colpi di artiglieria dell’esercito non li fermeranno.

D. – La presa totale di Aleppo, per i ribelli, che cosa significherebbe?

R. – Sarebbe un colpo duro, forse irreversibile per il governo siriano perché comunque è uno sbocco sul mare, è il controllo di un porto. Starebbe a significare che la resistenza ha una forza tale da riuscire a dividere il Paese e questo, comunque, significa che l’esercito governativo ha cominciato a perdere colpi. Dall’altra parte, per l’esercito di Damasco è questione impensabile, quella di perdere Aleppo. Credo che fino all’ultimo nessuno dei due cederà. Questa, come è stato detto da tutte e due le parti, è la madre di tutte le battaglie.








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