2012-08-04 16:04:23

Brasile: i comboniani "sfidano" un colosso minerario


Soddisfazione è stata espressa dal missionario comboniano in Brasile, padre Dario Bossi, per la decisione del giudice federale che ha intimato al colosso minerario "Vale" di sospendere i lavori di ampliamento della linea ferroviaria Carajás, nello Stato settentrionale del Maranhão. La denuncia contro l’azienda era stata portata avanti dalla Rede Justiça nos Trilhos, di cui padre Bossi figura tra i coordinatori, insieme con il Consiglio indigenista missionario, la Società dei diritti umani del Maranhão e il Centro di cultura afro dello stesso Stato, e portava alla luce il moltiplicarsi, nell’area interessata dalla ferrovia, di conflitti, incidenti, casi di inquinamento, rumori assordanti, riduzione di accesso alle fonti idriche, ma soprattutto prostituzione di adolescenti nelle aree dei lavori, aumento della violenza nelle città ed espulsione delle famiglie dai territori per lasciare spazio ai cantieri. “Lo Stato brasiliano si è dimostrato ancora una volta al servizio delle multinazionali – ha detto padre Bossi all'agenzia Misna – incentivando progetti che dal suo punto di vista favoriscono lo sviluppo, mentre le comunità locali la pensano diversamente”. Il Brasile è ormai la sesta economia del mondo, ma è un Paese ancora fortemente aggravato dal divario sociale e dalla corruzione. La ferrovia in questione, lunga 900 km, collega le miniere di ferro dell’azienda nello Stato amazzonico del Pará al terminal portuale di Ponta da Madeira. La motivazione con cui il giudice ha accolto il ricorso riguarda questioni di impatto ambientale e sulle popolazioni locali: “Ora l’obiettivo è fare pressioni su Brasilia affinché alla 'Vale' non sia concesso un ricorso", conclude il sacerdote. E' importante continuare a parlare di cosa accade nel corridoio di Carajás, visto il silenzio assordante dei media locali”. (R.B.)







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