Serata bavarese per il Papa. Benedetto XVI invita a vivere la gioia di Cristo
“Mi sono sentito a casa. Grazie per aver trasportato la Baviera a Roma”. Così il Papa
ieri sera al termine di un’esibizione di canti, balli e musiche bavaresi organizzati
nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo dall’arcidiocesi di Monaco e
Frisinga in occasione del suo 85.mo compleanno, celebrato lo scorso 19 aprile. Di
seguito il testo integrale del saluto del Papa:
Signori Cardinali, cari
Confratelli, cari amici!
Al termine di questa «serata bavarese» posso
dirvi soltanto di vero cuore un «Vergelt’s Gott» [«Dio ve ne renda merito»]. E’ stato
bello essere qui, al centro del Lazio, a Castel Gandolfo, e allo stesso tempo in Baviera.
Sono stato proprio «dahoam» [a casa], e devo fare i complimenti al Cardinale Marx,
perché già riesce a pronunciare così bene questa parola!
Abbiamo potuto percepire
che la cultura bavarese è una cultura allegra: noi non siamo persone rudi, non si
tratta di semplice divertimento, ma è una cultura allegra, imbevuta di gioia; nasce
da un’interiore accettazione del mondo, da un sì interiore alla vita che è un sì alla
gioia. Essa si fonda sul fatto che noi siamo in sintonia con la Creazione, in sintonia
con lo stesso Creatore e che per questo sappiamo che è bene essere persona. E’ vero,
si deve dire che Dio, in Baviera, ci ha facilitato il compito: ci ha donato un mondo
così bello, una terra così bella che diventa facile riconoscere che Dio è buono ed
esserne felici. Allo stesso tempo, però, Egli ha anche fatto in modo che gli uomini
che vivono in questa terra proprio a partire dal loro «sì» hanno saputo darle la sua
piena bellezza; solo attraverso la cultura delle persone, attraverso la loro fede,
la loro gioia, i canti, la musica e l’arte è diventata così bella come il Creatore,
da solo, non voleva fare, ma solo con l’aiuto degli uomini. Ora, qualcuno potrebbe
dire: ma sarà lecito essere tanto felici, quando il mondo è così pieno di sofferenza,
quando esiste tanta oscurità e tanto male? E’ lecito essere così spavaldi e gioiosi?
La risposta può essere soltanto: «sì»! Perché dicendo «no» alla gioia non rendiamo
servizio ad alcuno, rendiamo il mondo solamente più oscuro. E chi non ama se stesso
non può dare nulla al prossimo, non può aiutarlo, non può essere messaggero di pace.
Noi questo lo sappiamo dalla fede, e lo vediamo ogni giorno: il mondo è bello e Dio
è buono. E per il fatto che Egli si è fatto uomo ed è venuto in mezzo a noi, che Egli
soffre e vive con noi, noi lo sappiamo definitivamente e concretamente: sì, Dio è
buono ed è bene essere persona. Noi viviamo di questa gioia, e partendo da questa
gioia cerchiamo anche di portare gioia agli altri, di respingere il male e di essere
servitori della pace e della riconciliazione.
Ora, certo, dovrei ringraziare
tutti, uno per uno, ma la memoria di un anziano non è affidabile. Quindi, preferisco
evitarlo. Vorrei comunque ringraziare il caro Cardinale Marx per avere lanciato l’idea
di questa «serata», per avere trasportato la Baviera a Roma e per averci reso in questo
modo tangibile l’unità interiore della cultura cristiana; vorrei ringraziarlo per
avere radunato Bavaresi della nostra arcidiocesi, dalla Bassa Baviera fino all’«Oberland»,
dalla Regione del «Rupertigau» fino al «Werdenfelser Land»; vorrei ringraziare la
presentatrice, che ci ha regalato un bavarese così bello: non credo di essere capace
di parlare il bavarese, ed essere, allo stesso tempo, così «elevato», ma lei lo sa
fare. Ringrazio tutti i gruppi, i fiati…, ma, ecco, non voglio iniziare. Voi lo sapete:
tutto mi ha toccato profondamente e di tutto questo sono riconoscente e felice. Certo,
i «Gebirgsschützen», che ho potuto sentire solo da lontano, meritano un ringraziamento
particolare, perché io sono un «Schütze» onorario, anche se, a suo tempo, sono stato
un schütze mediocre. Poi, ringrazio particolarmente te, caro Cardinale Wetter, per
essere venuto: tu sei il mio diretto successore nella sede di San Corbiniano; hai
guidato per un quarto di secolo l’arcidiocesi da buon Pastore: grazie per essere presente!
(In
italiano)
Cardinale Bertello, grazie per la sua presenza. Spero che anche lei
abbia sentito che la Baviera è bella e la cultura della Baviera è bella.
(in
tedesco)
Ora, come mio ringraziamento, posso darvi soltanto la mia Benedizione,
ma prima cantiamo insieme l’Angelus e, nella misura in cui lo conosciamo, l’«Andachtsjodler»
[canto religioso in forma di jodler]. Di cuore, «Vergelt’s Gott» [Dio ve ne renda
merito]!