Pena di morte in calo nel mondo, cresce la tendenza abolizionista
Presentato a Roma il rapporto 2012 dell’associazione Nessuno tocchi Caino su “La pena
di morte nel mondo”, che registra un sensibile calo delle esecuzioni nel 2011 e nel
primo semestre del 2012. Ma proprio nel giorno della presentazione, il Giappone ha
eseguito due condanne: una a Tokyo e l’altra a Osaka. Il premio “Abolizionista dell’Anno
2012” è stato conferito al presidente della Sierra Leone, Ernest Bai Koroma. Il servizio
di Roberta Barbi:
Cala il
numero delle condanne a morte eseguite nel mondo e ciò significa che si conferma la
tendenza verso l’abolizione definitiva, nata da dieci anni a questa parte. È questa
l’analisi che Nessuno tocchi Caino fa nel suo rapporto annuale sulla pena di morte
nel mondo: nel 2011 i Paesi che vi hanno fatto ricorso sono stati 19, cioè 3 in meno
rispetto all’anno precedente, per un totale di cinquemila esecuzioni effettuate. A
fare notizia è il calo delle condanne eseguite in Cina, alla quale resta comunque
il primato mondiale, l’80% delle esecuzioni totali, e dove continua a vigere sulla
questione il segreto di Stato. A seguire l’Iran con almeno 676 esecuzioni e l’Arabia
Saudita con 82. nel periodo preso in considerazione non state eseguite condanne in
Bahrein, Guinea Equatoriale, Libia e Malaysia; sono riprese, invece, in Afghanistan,
Emirati Arabi Uniti, Botswana e Giappone, dove la pena capitale non veniva comminata
da molto tempo. Dei 43 Paesi mantenitori della pena di morte, inoltre, 7 si possono
definire di democrazia liberale, per quanto riguarda il sistema politico, i diritti
umani e il rispetto di quelli civili e delle libertà economiche all’interno di uno
Stato di diritto. Tra questi Taiwan e gli Stati Uniti che restano praticamente l’unico
Paese nel continente americano, con due condanne eseguite nello Stato dell’Idaho.
In Europa, infine, la Bielorussia rimane l’unica eccezione a un continente completamente
libero dalla pena di morte.