Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa 18.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il passo del
Vangelo in cui Gesù rimprovera la folla, che lo raggiunge a Cafarnao, di cercarlo
solo per il miracolo della moltiplicazione dei pani. Il Signore incoraggia a darsi
da fare per il cibo che rimane per la vita eterna. Quindi dice:
«Io sono
il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete,
mai!».
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del padre
carmelitano Bruno Secondin, docente emerito di Teologia spirituale alla Pontificia
Università Gregoriana:
Per quanto Gesù
faccia per isolarsi e sottrarsi all’entusiasmo della folla che ha partecipato alla
famosa moltiplicazione dei pani, in molti riescono a ritrovarlo a Cafarnao. E qui
comincia un dialogo animato: Gesù cerca di condurre dall’entusiasmo per il miracolo
strepitoso, alla scoperta del “pane di vita”. Il dialogo ci accompagnerà per tutto
agosto. Nel brano di oggi, Gesù aiuta la folla a purificare i propri desideri ambigui.
Egli non condanna la ricerca del pane quotidiano, ma invita a scorgere la verità oltre
il “segno” miracoloso: è presente un dono ancora più grande del pane e della stessa
manna. Il Padre del cielo che ha dato la manna nel deserto, ora sta donando un “pane”
nuovo e definitivo, per ottenere il quale non ci sono opere da fare, ma passi del
cuore da compiere: credere. Credere in colui che egli ha mandato, che si farà pane
vero, pane di vita, pane da assimilare. Più che fare delle opere, si tratta di lasciarsi
fare, plasmare, dai segni che Dio pone attraverso Gesù: per diventare un “essere nuovo”
che vive “secondo Dio nella giustizia e nella vera santità”, come dice Paolo agli
Efesini. Più che la rincorsa ai miracoli, ci vuole questa nuova esperienza di fede.