Giornate di studio a Roma sulle missioni salesiane nei Paesi musulmani
Missionari salesiani nei Paesi con una maggioranza musulmana, sfide e opportunità:
se ne sta parlando in questi giorni al Salesianum, a Roma. Tracey McClure
ha intervistato uno dei partecipanti don Václav Klement, consigliere per
le missioni salesiane:
R. - Negli ultimi
cinque anni ho visitato un’ottantina di Paesi e un buon numero di questi hanno una
maggioranza musulmana: siamo pochi e le comunica cattolica e cristiana sono molto
piccole. Nelle nostre istituzioni siamo impegnati e presenti 24 ore al giorno e in
alcune siamo anche in contatto con i giovani musulmani. Io penso che questo sia un
grande dono - soprattutto per il salesiano - anzitutto per far crescere la nostra
fede e poi per poter contribuire veramente all’apertura al dialogo dei giovani, sia
cristiani che musulmani, perché non si può vivere senza dialogo.
D. - Una
delle sfide più grandi è quella dell’educazione, dell’istruzione: i salesiani, nel
mondo, hanno parecchie scuole e università. In quel contesto, quali sono le sfide?
R.
- Sono tante, ma la prima penso che sia di riuscire a capirsi l’uno l’altro. Quando
parliamo di educazione, per noi vuol dire anzitutto educare alla coscienza: questo
non è certo facile, perché le stesse parole hanno un significato diverso per un musulmano
e per un cristiano. Sicuramente, però, educare la coscienza è la chiave del discorso.
E' necessaria la presenza di qualcuno che stia fra i giovani usando tre elementi:
la ragione, l'amicizia e la fede, che è poi una fede diversa. Questi tre elementi
noi li chiamiamo “sistema preventivo”, ci aiutano a educare anche in ambienti musulmani.
Certo, la qualità è da migliorare.