Argentina, il sacrificio del vescovo 'scomodo' riconosciuto dopo 36 anni
Luis Badilla Morales, Radio Vaticana Non fu un incidente
ma un vero e proprio agguato quello in cui morì il vescovo argentino Angelelli nel
'76, e tra i mandanti c'era l'ex-dittatore Videla. Una conferma di come la Chiesa
latino-americana viva da sempre il suo impegno per la promozione umana. E la dimostrazione
che in Argentina, all'epoca della repressione militare, c'era una Chiesa che sapeva
alzarsi in piedi e difendere la giustizia. A trentasei anni dal suo
omicidio, che all'epoca fu considerato un banale "incidente stradale", la Chiesa argentina
ricorda con una Santa Messa mons. Enrique Angelelli, vescovo de La Rioja, ucciso nel
1976, nell'ambito del piano di eliminazione delle "persone scomode" voluto dal dittatore
Jorge Videla. Dopo molti decenni, grazie alla tenacia di alcuni giudici, è ormai
certo che il suo nome vada aggiunto al triste elenco di decine e decine di sacerdoti,
religiose e laici che, negli ultimi cinquant'anni, in America Latina, sono rimasti
vittima della repressione militare, della delinquenza organizzata o dei guerriglieri
paramilitari. (Intervista a cura di Fabio Colagrande)