Taiwan: la Chiesa ha celebrato la "giornata degli aborigeni"
Ieri la Chiesa cattolica di Taiwan ha celebrato l'annuale "giornata degli aborigeni",
gli abitanti originari dell'isola. In una lettera dei vescovi, pubblicata questa settimana,
si spinge tutti all'attenzione verso coloro che storicamente furono i primi abitanti
dell'isola di Formosa. Le popolazioni indigene, suddivise in decine di tribù, hanno
avuto in passato vita difficile, subendo tentativi di colonizzazione e di assimilazione.
Secondo dati del 2009, a Taiwan esistono oggi circa 500mila aborigeni, che vivono
in maggioranza sulle montagne dell'isola. Difficoltà linguistiche, di scolarità e
disoccupazione causano spesso una forte emarginazione. La lettera pubblicata dai vescovi
taiwanesi offre indicazioni proprio sulla loro situazione. In particolare si sottolineano
tre punti fondamentali. Anzitutto "consolidare la trasmissione della cultura tradizionale
aborigena" alle attuali e alle future generazioni. Questo può avvenire preservando
la lingua propria delle diverse tribù in modo che i bambini fin da piccoli possano
apprenderla e parlarla in famiglia e nei villaggi. In secondo luogo si chiese particolare
attenzione al matrimonio e alla famiglia, collegata al cammino di fede e alle scelte
di vita. E infine, insieme alla vocazione matrimoniale, è sottolineato nel terzo punto
l'orizzonte della collaborazione tra le parrocchie e le diocesi a cui gli aborigeni
appartengono. In questo contesto si incoraggiano le vocazioni religiose e al sacerdozio
come chiamata da parte di Gesù a collaborare alla sua missione. Chi vive a contatto
con gli indigeni di Taiwan, non può non essere coinvolto dalla voglia di vivere e
dalla gioia che bambini, giovani e adulti aborigeni dimostrano nei loro canti e nelle
danze collettive trasmesse dalle generazioni più anziane. Secondo molti cattolici
"questa gioia e questa passione per la vita sono un grande segno del sorriso di Dio
sul mondo". (R.P.)