Direttivo della Bce. Speranze e timori dopo le tensioni della vigilia tra Draghi e
la Bundesbank
Occhi puntati su Francoforte, dove si è aperto il direttivo della Bce, che dovrebbe
varare le misure per tutelare i Paesi europei sotto tiro speculativo. Intanto la Germania,
che ieri aveva invitato l’Istituto di Francoforte a rispettare le proprie prerogative,
si presenta all’appuntamento forte della conferma della tripla A ricevuta da Standard
and Poor’s. Il servizio di Salvatore Sabatino:
Cautela. E’
la parola d’ordine che aleggia sulle piazze europee, in attesa dei risultati della
riunione del direttivo della Bce: un appuntamento atteso per le decisioni di primo
piano che dovrà prendere, in primis quella sul maxi-acquisto di titoli sovrani dei
Paesi sotto tiro; il primo appuntamento ufficiale della Banca Centrale Europea dopo
le dichiarazioni del Governatore Draghi, che la scorsa settimana aveva rassicurato
i mercati. L’economista Luigi Campiglio:
"La riunione è molto importante
perché in un certo senso il governatore Draghi ha passato il Rubicone, facendo un’affermazione
di grande importanza dentro la quale mette tutta la sua credibilità, e quindi anche
quella della Banca centrale europea; credibilità che si gioca sul fatto che l’Euro
non si tocca. Punto".
Una riunione, però, anche temuta, a causa delle tensioni
che solo ieri hanno contrapposto il numero uno di Eurotower ed il direttore della
Bundesbank, Weidmann, il quale aveva invitato Draghi a rispettare il suo mandato.
Frizioni che preoccupano, e non poco, per il possibile fallimento degli obiettivi
da raggiungere. Ma cosa accadrebbe in quel caso? Ancora Luigi Campiglio:
"Ritornerebbe
un’instabilità sui mercati ancora più accentuata. Io non credo che questo avverrà;
credo che sia in corso un confronto molto forte tra Banca centrale europea, Bundesbank
e -aggiungo- fra un’ala possibilista ed un’ala piuttosto rigida all’interno del processo
decisionale tedesco. Ma un venir meno della Banca centrale europea, sarebbe veramente
negativo".
E lo sanno bene anche i tedeschi, che incassano la risposta
del premier italiano Monti, secondo il quale, “se lo spread non scende l'Italia corre
il rischio di avere un governo anti europeista”. Un allarme che giunge da Helsinki,
durante l’ultimo appuntamento ufficiale in Finlandia prima del trasferimento a Madrid,
dove ad attenderlo ci sarà l’omologo Rajoy ed i dati sulla disoccupazione nel Paese
iberico, scesa in luglio dello 0.6% rispetto al mese precedente, ma aumentata di oltre
il 12% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.